Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Diminuiscono i tumori E si vive di più
Venezia, il Congresso dei Registri Tumori: «Tra qualche anno la malattia sarà sotto controllo»
VENEZIA Diminuiscono i casi di tumore e aumenta al 60% la sopravvivenza dei malati a cinque anni dalla diagnosi. E’ il messaggio di speranza uscito ieri dal congresso dei Registri Tumori.
VENEZIA Diminuiscono i tumori e aumentano i pazienti sopravvissuti alla malattia. E’ il messaggio di speranza uscito dalla «XXII Riunione scientifica dell’Associazione italiana Registri Tumori (Airtum)», che ieri all’ospedale di Venezia ha celebrato la sua giornata conclusiva. In Veneto nel 2013 — ultimo dato disponibile — si sono registrati 29.429 casi di neoplasie: 14.013 a carico di donne (soprattutto cancro alla mammella) e 15.416 individuate negli uomini (al polmone la più diffusa). La sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è del 60%. «Nel 1948 per la prima volta un tumore venne curato con un farmaco — ricorda il professor Roberto Zanetti, presidente del Registro Tumori Piemonte — un bambino malato di leucemia fu trattato con la chemioterapia. Allora, nei Paesi industrializzati, la sopravvivenza era del 10%, dopo vent’anni è salita al 30% e oggi al 60%. Nel giro di qualche decennio il cancro sarà sotto controllo. La mortalità sta continuando a scendere in Europa e negli Stati Uniti e stanno iniziando a diminuire anche i casi. Oggi il rischio di ammalarsi di tumore cala più velocemente della velocità di invecchiamento della popolazione. E’ l’effetto della prevenzione».
Zanetti Se nel 1948 solo il 10% dei pazienti si salvava, ora la percentuale è salita al 60% e crescerà ancora
E infatti in Italia, sottolinea la presidente dell’Airtum, professoressa Lucia Mangone, le persone sopravvissute alla diagnosi pregressa di cancro sono 3,3 milioni, 900mila delle quali guarite. «Ora dobbiamo concentrarci su nuove battaglie — avverte il professor Eugenio Paci, presidente dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze —lo screening individua in tempo tumori che in fase precoce sono curabili e trattabili con meno chirurgia e terapie, ma proprio perchè aumentano i sopravvissuti dobbiamo costruire reti in gradi di seguirli dall’inizio alla fine.Per esempio le donne colpite da tumore alla mammella non vogliono essere abbandonate dopo l’intervento o la chemioterapia, richiedono protezione, una riabilitazione oncologica, un sostegno psicologico e di gruppo. I Registri Tumori raccolgono i numeri, dietro i quali ci sono però persone che vivono esperienze cui dobbiamo dare risposte». A tale scopo è nata la Rete oncologica veneta, diretta dal professor Pier Franco Conte, specialista dell’Istituto oncologico veneto di Padova. «Le reti oncologiche garantiscono un’organizzazione interdisciplinare e l’uniformità delle cure — illustra il professor Stefano Ferretti, responsabile del Registro Tumori di Ferrara — abbattono l’inappropriatezza e i relativi costi. Il paziente oncologico vive lo stigma della propria malattia, perciò anche quando si azzera il rischio di morte non si parla mai di guarigione. E questo condiziona la vita dei pazienti, che vivono con più angoscia di altri malati la loro patologia e non vedono mai la fine del tunnel. E invece c’è, anche per loro».
Da due mesi fa parte dell’Associazione italiana Registri Tumori anche il Registro Tumori del Veneto. «Il più completo, perchè regionale — spiega il presidente, professor Massimo Rugge — copre il 96% della popolazione e da venti giorni può contare su un nuovo sito. E’ un modello esportabile, perchè impostare i registri su aree vaste consente una maggiore stabilità organizzativa e dati stabili nel tempo». Quanto alla correlazione tra tumori e Pfas, dal 1983 a oggi non si registra un aumento di tale patologia nei 21 Comuni contaminati tra le province di Vicenza, Verona e Padova.