Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cagnoni: «Ieg, non ho obiezioni su Marzotto»
VICENZA Una ricandidatura di Matteo Marzotto? «Non ho fatto mistero con il sindaco di Vicenza, Achille Variati, che una sua eventuale ricandidatura alla vicepresidenza non trova da parte mia la benché minima obiezione». E i rapporti con il suo vice? «Niente da dire. Ho stima, rispetto perfino amicizia. Non troviamo da discutere sulle questioni sulle quali non c’è da discutere». Lorenzo Cagnoni (a sinistra nella foto in alto con Marzotto), presidente e amministratore delegato di Ieg, la spa fieristica nata dalla fusione Rimini e Vicenza, scandisce le parole, quando arriva a uno dei punti della crisidi questi giorni. Quella nata una settimana fa dalle improvvise dimissioni del cda per eleggerne uno nuovo, in vista della quotazione in Borsa a novembre, nell’assemblea dei soci del 27 aprile, con i due rappresentanti di Vicenza (Marzotto e Luigi Dalla Via) rimasti al loro posto. Un fatto che è tornato a riaprire il tema dei rapporti che si vogliono più o meno tesi tra Cagnoni e Marzotto, così come della volontà di Rimini, azionista dato come insofferente rispetto a Vicenza (70 e 20% i pesi rispettivi) di dare un segnale di forza.
A chiederne conto a Cagnoni, che risponde senza problema, lui minimizza: «Approfittiamo dell’assemblea di bilancio per nominare anche il nuovo cda. Questo è quello che è. Poi le interpretazioni possono essere stimolanti o suggestive, ma sono altra cosa». Resta però che, al dunque, i rappresentanti di Vicenza non si sono dimessi. Il presidente la spiega così: «Abbiamo discusso anche con Variati - dice Cagnoni riferendosi all’incontro avuto lunedì a Vicenza - delle comunicazioni che dovevano essere fatte a Vicenza. I meccanismi di dimissioni e rinnovo erano complicate, ci hanno impegnati fino all’ultimo. E questo non mi ha consentito di avere un riguardo per il sindaco di Vicenza. L’ho chiamata qualche imperfezione nel percorso: niente di più o di meno. Poi abbiamo parlato degli investimenti previsti nel piano industriale, a cui abbiamo intenzione di dare il via in termini abbastanza veloci». Sì, ma al dunque, perché i vicentini non si sono dimessi? «Perché non c’era stato il tempo di consultare gli azionisti - è la replica -. Tant’è che i due consiglieri hanno approvato la misura». Fin qui Cagnoni. La prova del nove per capire se la questione sia effettivamente da archiviare tra gli incidenti di percorso o sia altro, sarà ora, nei prossimi giorni, la presentazione delle candidature per il cda.