Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
IMPRESE E BUROCRAZIA «Improvvisazione e poca competenza» Vescovi striglia i nuovi parlamentari
L’affondo del presidente degli industriali. Costa: «Nel pubblico il tempo non è un valore»
VICENZA Da una parte un atto d’accusa, quella del presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi: «Osservo un progressivo decadimento della classe dirigente parlamentare, con sempre meno competenza e sempre maggiore improvvisazione». Dall’altra, quasi a sostenere la stessa tesi, un’analisi più sottile pronunciata dall’amministratore di Intesa San Paolo e docente dell’Università di Padova, Giovanni Costa: «La pubblica amministrazione non concepisce più il tempo come un valore, ma non è una variabile ininfluente».
Due concetti precisi, distinti, che arrivano da due parti diverse della società e che sul palco del teatro Olimpico si fondono, remando nella stessa direzione: «Senza investire tempo in formazione c’è improvvisazione, che genera leggi demenziali». E’ questo il nocciolo del dibattito andato in scena ieri a Vicenza, dove Vescovi e Costa hanno discusso il tema «Stato e imprese, dove hanno origine le strozzature burocratiche» insieme al presidente nazionale Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato), Daniele Vaccarino, e al giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese. Moderati dal direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello, nell’evento organizzato nell’ambito della tre giorni del Festival Città impresa, i protagonisti del mondo dell’economia si sono addentrati nell’analisi di come affrontare le storture burocratiche del sistema attuale, delle cause e nelle (diverse) ricette per uscirne. E fin da subito è emerso un tema, cruciale, che si fonda sulle competenze e che il numero uno degli industriali vicentini ha sintetizzato con un esempio che parte da lontano: «I Romani - osserva Vescovi - imponevano 12 anni di esperienza al fronte prima di affacciarsi alla funzione pubblica. Oggi assistiamo a un fenomeno per cui persone dal nulla diventano capaci di fare qualunque cosa in brevissimo tempo. Manca competenza e formazione, la selezione della classe dirigente parlamentare è fondamentale perché se saltiamo questo passaggio poi c’è una produzione di norme demenziali».
Parole che suonano come un campanello di allarme per il mondo politico e che sembrano guardare, in modo particolare, alle forze più populiste. Sul palco, l'argomento catalizza il dibattito. Anche perché alla base c’è la richiesta di risolvere i nodi della burocrazia attraverso «riforme serie della pubblica amministrazione. Ma le riforme richiedono tempo - precisa Vaccarino e l’improvvisazione non è una cosa positiva. E qui arriva il nodo del tempo come valore, concetto che, secondo Costa, rimane ancora estraneo alla pubblica amministrazione. Anche qui l’esempio aiuta a tradurre in immagine un concetto articolato: «In Formula uno - osserva Costa - il pitstop di pochi secondi è il frutto di una complessa strategia e organizzazione mirate tutte a ridurre la variabile tempo. Perché lo si considera un valore».
Il ragionamento tocca l’ambito delle competenze, che richiedono tempo, ma anche quello della burocrazia in sè stessa, che non punta ad abbreviare le procedure per le imprese: «Bisognerebbe cambiare approccio - spiega il professore - e definire le norme e l’organizzazione per ridurre le tempistiche, perché questo per la burocrazia deve essere un valore».
Incalzati da Russello («Al tempo della disintermediazione e della democrazia diretta come cambia il rapporto fra politica e impresa?») i protagonisti rispondono. Per Vaccarino «occorre dimostrare il valore aggiunto di organizzazioni come la nostra con l’azione propositiva e progettuale», mentre Vescovi è più netto: «Ovvio che i politici preferirebbero il contatto diretto col cittadino – afferma –. Ma noi non siamo un intralcio. Anzi, siamo la prima vera difesa contro l’incompetenza».
Tuttavia, non è tutto negativo. Girata la moneta, emergono le note positive, su tutte la tecnologia: «Se è al servizio delle imprese e dello sviluppo - dichiara Vaccarino - è una forza positiva». «La tecnologia può facilitare la vita - precisa Costa - è un motore di cambiamento ma deve essere interpretata come occasione e strumento per migliorare le cose, semplificandole».
Vaccarino Se è al servizio delle imprese e dello sviluppo, la tecnologia diventa forza positiva