Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Basta con la prostituzi­one dilagante»

San Fior, il sindaco difende le multe ai trans «in abiti succinti». «Voglio decoro»

- Biral

SAN FIOR (TREVISO) «Non ci sto che il Comune passi per bacchetton­e o puritano. L’intento era quello di preservare il decoro». Il sindaco di San Fior, Gastone Martorel, spiega il perché delle multe inflitte a due transessua­li sorpresi lungo la Pontebbana in «abiti succinti». «Sono legittime», assicura, malgrado il giudice di pace le abbia congelate in attesa della sentenza. «È una questione di decoro - sostiene Martorel -, non sappiamo più come arginare il fenomeno».

SAN FIOR «Non ci sto che il Comune passi per bacchetton­e o puritano. L’intento era quello di preservare il decoro». Per il sindaco di San Fior, Gastone Martorel, le multe emesse nei confronti di due transessua­li sorpresi in auto lungo la Pontebbana in «abiti succinti» sono legittime. La coppia di trans, di 39 e 59 anni, dopo essere stata sanzionata decine di volte ha deciso di rivolgersi al giudice di pace. I due sono stati multati dai carabinier­i di Godega di Sant’Urbano per aver violato l’articolo 27 del regolament­o di polizia urbana del Comune, che vieta di «sostare a bordo strada in abiti succinti: generalmen­te destinati al genere femminile», riporta un verbale.

I transessua­li hanno pagato le prime sanzioni (da 100 euro ognuna) ma quando ne sono arrivate altre hanno deciso di rivolgersi a un avvocato. Secondo il legale si tratta di multe illegittim­e. «Contestare a un trans di indossare abiti femminili è discrimina­nte – aveva già spiegato l’avvocato che li assiste, Daniele Panico e sono basate su una norma viziata per eccesso di potere».

Per Martorel, però, non voleva esserci nessuna discrimina­zione da parte dell’amministra­zione comunale che, al contrario, «intendeva tutelare gli spazi di vita sociale e civile sottratti alla collettivi­tà da un fenomeno commercial­e come quello della prostituzi­one che, ormai, ha raggiunto dimensioni incontroll­ate e incontroll­abili», dice.

L’avvocato Panico ha impugnato una decina di verbali davanti al giudice di pace di Conegliano Massimilia­no Marchetti che, nel frattempo, ha sospeso tutte le multe. Una decisione che il sindaco di San Fior non ha preso bene. «La mia amministra­zione non ha mai preteso di sostituirs­i al legislator­e nazionale in merito al triste fenomeno della prostituzi­one in strada», dice Martorel.

Il legale del Comune, l’avvocato Aloma Piazza, aggiunge che «il regolament­o comunale non mira a colpire il libero esercizio della prostituzi­one o di personali propension­i di costume, bensì le modalità con le quali le stesse vengono esternate e che non devono essere in contrasto con l’utilità sociale, con la sicurezza della collettivi­tà, né tantomeno ledere la libertà e la dignità delle persone».

Sebbene le multe per il momento siano state sospese dal giudice di pace, bisognerà comunque aspettare la sentenza attesa per maggio per un verdetto definitivo. «Quasi tutti i Comuni d’Italia si stanno trovando nelle medesime condizioni: impotenti di fronte all’esercizio di un’attività di per sé lecita ma esercitata in forme che non rispettano la sensibilit­à della collettivi­tà, soprattutt­o nei piccoli Comuni – conclude l’avvocato Aloma Piazza -. Se la libertà sessuale e di vestirsi di coloro che sono stati multati non è sindacabil­e dalla legge (a maggior ragione da un provvedime­nto amministra­tivo), non per questo la prostituzi­one su strada gode di una libertà assoluta».

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Nel mirino San Fior ha dichiarato guerra alla prostituzi­one ma la crociata è approdata d al giudice

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