Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Guerra siriana, vigilanza potenziata sulle basi americane a Vicenza e Aviano
maggiore attenzione», la conferma del questore Giuseppe Petronzi.
Che spiega: «I dispositivi di vigilanza e di sicurezza sul territorio devono regolarsi tempestivamente in base a tutte le contingenze del momento. A livello locale per la nostra città si traducono in un’implementazione di alcune attività, tra cui quelle a tutela di obiettivi già di per sé sensibili, come quelli direttamente e indirettamente riferibili alle basi statunitensi».
E sempre nel Vicentino, a Thiene, ma anche in altre località del Veneto, dopo l’attacco di Usa, Francia e Gran Bretagna contro la Siria sono apparsi gli striscioni di CasaPound per dire no alla guerra. E oggi scendono in strada i «No Dal Molin» e il Centro sociale Bocciodromo di Vicenza: è in programma una mobilitazione a partire dalle 17 da piazza Castello, con lo slogan «Né con Trump, né con Assad, pace e giustizia in Siria». Ma quelle di Vicenza sono solo due delle dieci installazioni americane, con undicimila persone circa, che insistono sul nostro territorio, in base ad accordi firmati nel 1951 tra Stati Uniti e Italia. A partire da Aviano, in Friuli, principale hub dell’Aviazione di Marina Usa, la più attrezzata base logistica in appoggio alla sesta Flotta americana nel Mediterraneo. Oltre alla base militare Camp Darby Pisa-Livorno, alla base navale di Gaeta, al comando logistico a Napoli, il centro ricreativo militare, a Pozzuoli, continuando con la base aerea di San Vito dei Normanni in Puglia, la base
Il questore Vicenza in questo momento merita maggiore attenzione
radio di Niscemi e la base aereo-navale di Sigonella, sempre in Sicilia.
Se gli Usa o la Nato dovranno usare le basi italiane per avviare un’azione di guerra in Siria, sarà il governo italiano a dover informare il Parlamento che, a sua volta, darà parere favorevole o contrario. Il premier Paolo Gentiloni ha specificato che «con gli Stati Uniti la nostra alleanza è molto forte e particolare, ma in questo caso abbiamo insistito e chiarito che il supporto logistico che noi forniamo tradizionalmente agli alleati e agli Usa non poteva tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni mirate a colpire la Siria».