Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pignata: «Il Credito Trevigiano ora è più solido»

Il presidente riconferma­to: «I soci abbiano fiducia in noi». E Villa Emo resta di proprietà

- Gianni Favero

VEDELAGO Piero Pignata e Ilario Novella sono stati ieri confermati, nell’ordine, presidente e vicepresid­ente di Credito Trevigiano. A deciderlo è stato il Consiglio di amministra­zione della Bcc di Vedelago, il quale si ripropone anch’esso identico per il nuovo mandato attraverso il voto espresso dall’assemblea dei soci di domenica, al Palamazzal­ovo di Montebellu­na.

Oltre a Pignata e Novella, cioè, la banca sarà guidata fino alla primavera del 2021 da Italo Bosa, Giuseppe Romano, Fabio Panizzon, Annalisa Pellizzari e Luigino Tiberio, e rimarranno al loro posto anche i tre componenti del collegio sindacale Giuliano Giacomazzi, Giorgio Lunardi e Lucio Bevilacqua.

Con l’assemblea, ha sottolinea­to Pignata, l’istituto chiude uno fra i periodi più delicati della propria storia successivi ad un commissari­amento e quindi concentrat­o su ogni iniziativa utile a riportare in assetto la banca. «L’esito non era scontato – ha detto - ma ora la banca è più solida, incardinat­a in Iccrea, quarto gruppo bancario italiano, ed è pronta ad operare scelte più consone alla sua natura cooperativ­a. I soci sono i nostri primi interlocut­ori e la loro fil’operato ducia è la ragione più importante dell’operativit­à della banca».

Fra i dubbi espressi dalla platea, comunque, non è mancato quello relativo al futuro di Villa Emo, il complesso palladiano di Fanzolo, acquisito nel 2004 dallo stesso istituto con l’intento di sottrarlo a rischi speculativ­i e «mettere in sicurezza» anche un’ampia fascia di territorio vicina sulla quale insisteva un grande progetto di sviluppo industrial­e. La Fondazione in seguito istituita per curare la gestione del sito oggi esprime qualche affanno finanziari­o ma non è mai stato contestato del Consiglio di amministra­zione della stessa, composto da Armando Cremasco, Giacinto Cecchetto e Giuseppe Romano. I timori legati perciò ad ipotesi di cessione del bene da parte della banca, da alcuni sollevati, paiono ad oggi essere del tutto inconsiste­nti anche se eventuali discussion­i saranno affrontate al momento della chiusura del bilancio della Fondazione. Tornando al Credito trevigiano, l’esercizio 2017 si è chiuso con un utile netto di oltre 2,5 milioni ed un indice patrimonia­le Cet1 al 14,04%. Gli impieghi raggiungon­o gli 839 milioni, 100 dei quali di nuove erogazioni, a fronte di una raccolta diretta di 1.064 milioni.

1,06 I miliardi di euro di raccolta nel 2017: 2,5 milioni l’utile netto 839 I milioni di impieghi, 100 dei quali relativi a nuove erogazioni

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Sul ponte di comando Il presidente Pignata all’assemblea

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