Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il paese più vecchio del Veneto a Zoppè sei su dieci sono over 65 «Chiedono poco, si aiutano tra loro»

- di Renato Piva

PADOVA Anziani: sempre di più, sempre più spesso soli. Il sindacato pensionati di Cgil scatta una fotografia e lancia un sos: un quarto della popolazion­e veneta ha più di 65 anni e due quinti di questo milione e centomila signori e signore di una certa età sono soli. «La costruzion­e di città e quartieri a misura di anziani dev’essere una priorità - sottolinea Elena Di Gregorio, segretaria generale dello Spi del Veneto -. La vivibilità delle nostre città parte dagli interventi sulle abitazioni, spesso troppo ampie, vecchie, senza ascensore». Quando le gambe faticano a portarti, la casa di sempre può diventare una prigione, tanto più se si è privi di rete familiare. Cgil propone quindi la creazione di un registro degli anziani soli, e chiede politiche di sostegno all’edilizia «per la terza età», nel quadro di una rigenerazi­one urbana (co-housing, negozi di vicinato, mobilità sostenibil­e) che contribuir­ebbe anche al rilancio del settore costruzion­i, dopo anni di crisi nera.

Problema, analisi del quadro, valutazion­e e proposta di soluzioni: tutto perfetto o, almeno qui, non contestabi­le. Entro in quello stesso quadro, però, si può incocciare una curiosità in controtend­enza. Il paese anziano per eccellenza, quello dove gli over 65 sono una maggioranz­a così nutrita che avrebbe fatto invidia alla Dc dei bei tempi della «Balena bianca», di una nuova politica a misura di «anta» pare davvero non sentire il bisogno.

Zoppé di Cadore, Belluno. Municipio a 1461 metri sul livello del mare. Oggi 229 abitanti, a fronte dei 692 nel 1901. Superficie pari a 4,33 chilometri quadri, per una densità media di 52 abitanti a chilometro quadrato (quaranta volte inferiore a quella di Padova, per intenderci).Infine, quel che più conta qui, 57,64 per cento di anziani oltre i 65 anni. E’ il paese dei gelatieri, stesso sindaco dal 2005: Renzo Bortolot.

«I miei anziani - dice - sono piuttosto attivi. Gran parte di loro ha attività all’estero (appunto la produzione di gelato artigianal­e, ndr) e lascia il lavoro molto avanti con l’età». Di soli ce ne sono? «Sì, ma molto pochi. La rete sociale è solida. Quelli che scelgono la casa di riposo sono rarissimi. I più vivono in famiglia. Poi si conoscono tutti e si aiutano l’un l’altro». Com’è essere il loro sindaco? Cosa chiedono? «Poco, in realtà. Si sentono autonomi e fanno fatica a chiedere, a far vedere che hanno bisogno. Come Comune sollecitia­mo l’adesione al telesoccor­so ma fatichiamo a ottenerne. Mancando la farmacia, abbiamo attivato un servizio di acquisto di medicinali, che poi trovano in municipio... ». Questo non chiedere è il carattere della montagna o che? «Sì, direi proprio il carattere della montagna. Il paese è piccolo ma di persone attive. C’è un forte volontaria­to, una Pro loco che ha iniziative, un gruppo di Protezione civile, un gruppo alpini, per quanto sempre più vecchi...». Potesse regalare ai paesani un servizio, quale sarebbe? «Il trasporto su chiamata. La corriera c’è, una alle 7 del mattino, l’altra alle 13. Per commission­i fuori dal paese non sempre è buona. Un servizio così costa. Non è detto che non riesca a farlo prima o poi, ma è un problema poco sentito, per la verità». Un amico, un’auto, qui ci sono sempre.

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Il «caso» Zoppè Zoppè di Cadore, Belluno, ha 229 abitanti e gli over 65 sono il 57,6 per cento. Tanti anziani ma autonomi

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