Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nonna brutalizzata per l’eredità contesa: arrestati il figlio e la nuora
Anni di sputi, insulti e danni: finiscono ai domiciliari. E a processo, ora, c’è il giovane nipote
VEDELAGO Solo pochi giorni fa, in tribunale a Treviso, è iniziato il processo che vede imputato il figlio per maltrattamenti nei confronti della nonna. La stessa anziana, 89enne, che pure loro hanno vessato per anni, con insulti, minacce e intrusioni nella vita privata. Tanto da essere prima allontanati da casa, e quindi condannati a una pena di quattro mesi di reclusione. Che ora è diventata esecutiva. Così, venerdì, i carabinieri guidati dal capitano Alessandro Albiero sono arrivati a casa del geometra 60enne e della moglie di 55 anni e li hanno arrestati. In una situazione che, manco a dirlo - visto il carattere fumantino dei protagonisti -, è stata un po’ agitata. I due trascorreranno i prossimi quattro mesi agli arresti domiciliari nella loro abitazione di Albaredo, la stessa nella quale si erano trasferiti dopo essere stati allontanati dalla villetta dove vivevano, in due appartamenti separati, insieme alla 89enne.
Una storia di liti e beghe familiari andata avanti per anni e sfociata in denunce e processi. Al centro della questione, proprio la villetta dove tutti, fino a qualche anno fa, vivevano insieme. A dare il via alle liti sarebbero stati proprio il geometra e la moglie, arrabbiati perché, dopo la morte del padre di lui, hanno scoperto di dover condividere l’abitazione con l’anziana madre. Il defunto, infatti, l’ha lasciata in eredità al geometra, ma la madre gode dell’usufrutto e questo per la coppia sarebbe stato inaccettabile. Tanto da vessare l’anziana per anni. Con un campionario di insulti, minacce e perfino ripetute sessioni di riprese con la videocamera dei comportamenti della donna. Che si sentiva sempre osservata e minacciata. Per questo lei, e gli altri figli, hanno sporto denuncia per maltrattamenti e il 60enne e la moglie, con un provvedimento del tribunale, erano stati allontanati. Processati, l’accusa era stata derubricata in minacce, ingiurie e interferenza illecita nella vita privata, e ed era costata loro quella condanna che ora dovranno scontare ai domiciliari. Intanto, però, a casa le cose non sarebbero cambiate. A perpetrare i comportamenti dei genitori sarebbe ora il nipote 27enne che, difeso dall’avvocato Roberta Canal, è a sua volta finito alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Anche lui si sarebbe accanito sull’anziana per oltre tre anni, dal 2013 al 2016. Attribuendole, oltre al fatto di occupare «abusivamente» la casa dei genitori, anche la colpa di averli fatti allontanare. «Spero tu muoia presto», le avrebbe ripetuto, insultandola e riprendendola con la videocamera. Come avrebbe fatto quando l’anziana era caduta e, invece di soccorrerla, l’avrebbe lasciata 20 minuti a terra a chiedere aiuto.