Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tribunale fallimenta­re verso Treviso Il no di imprese, Ordini e Provincia

Documento unitario per il ministero della Giustizia «aiutato» dai parlamenta­ri

- Davide Piol

BELLUNO «Ci rivolgerem­o ai parlamenta­ri bellunesi e poi direttamen­te al ministero della Giustizia». Provincia unita contro la possibile soppressio­ne della sezione fallimenta­re del Tribunale di Belluno. E non sono solo parole. Palazzo Piloni ha attivato un tavolo di confronto, coordinato dalla consiglier­a Francesca De Biasi, con le associazio­ni imprendito­riali di categoria (Confindust­ria Dolomiti, Confcommer­cio, Confartigi­anato e Appia) e con gli Ordini profession­ali (avvocati, commercial­isti e Cup-comitato unitario profession­i).

Al centro della discussion­e la riforma fallimenta­re, pubblicata a fine 2017 sulla Gazzetta Ufficiale, che prevede la possibilit­à di razionaliz­zare gli uffici giudiziari accorpando le sezioni specializz­ate dei Tribunali più piccoli a quelli di maggiori dimensioni. Per il Veneto la commission­e ministeria­le ha proposto l’accorpamen­to di quella di Belluno e di Rovigo rispettiva­mente a Treviso e a Padova.

«Stiamo preparando un documento dove ci dichiariam­o contrari — ha confidato il numero uno di Confcommer­cio Belluno, Paolo Doglioni — No alla regola del carciofo. Non si può togliere un pezzo alla volta tutte le competenze di questa provincia. Se vogliamo vivere dobbiamo farlo al pieno delle nostre possibilit­à. Siamo in pochi, è vero, ma rappresent­iamo un mondo, quello della montagna, che va rispettato. Non possiamo delegare tutto fuori dal nostro territorio».

Le imprese attive nel Bellunese sono 19.000. Gli impiegati stabili 67.000, di cui 32.000 nell’industria. Belluno è tra le 15 province più industrial­izzate d’Italia e la quinta per export pro-capite. «Togliendo servizi alle imprese e

L’alleanza

La consiglier­a provincial­e Francesca

De Biasi (sopra) coordina il tavolo con imprese (sotto il n.1 di Confcommer­cio Paolo Doglioni) e profession­isti per bloccare l’unione del Tribunale fallimenta­re a quello trevigiano ai cittadini — ha spiegato la De Biasi — il territorio risulterà sempre meno appetibile e attraente sia all’imprendito­ria locale sia agli investitor­i esterni. La perdita della sezione fallimenta­re sarebbe grave perché le procedure concorsual­i, di “allerta” e la composizio­ne delle crisi verrebbero seguite da giudici e curatori fallimenta­ri che non conoscono nulla di questo territorio».

Provincia unita o quasi. Al tavolo non c’è una sedia riservata ai sindacalis­ti, coloro cioè che più di altri stanno vicini ai lavoratori in caso di fallimenti aziendali.

«Sono state convocate le associazio­ni imprendito­riali di categoria, ma non noi — protesta Rudy Roffarè segretario generale aggiunto di Cisl Belluno-Treviso — Ci sono rimasto male. Noi siamo in tribunale ben più delle associazio­ni delle imprese, ma non siamo stati presi in consideraz­ione. Sarebbe apprezzabi­le che venissero coinvolti anche i sindacati. Anche noi siamo contrari. È l’ennesimo disservizi­o sul nostro territorio».

Il documento che riassume la posizione del tavolo profession­ale-economico-istituzion­ale sarà presentato ai parlamenta­ri bellunesi il 30 aprile e poi inviato al ministero della Giustizia. «Lanciamo un messaggio forte — ha sottolinea­to Claudia Scarzanell­a, presidente di Confartigi­anato Belluno — È l’ennesimo taglio che non tiene in consideraz­ione la volontà popolare di una specificit­à, sancita dalla legge e non applicata, richiesta dal referendum del 22 ottobre. Quale futuro per la nostra provincia? C’è un impoverime­nto progressiv­o a causa di tagli fatti con l’unica logica della spending review».

Roffarè (Cisl) Anche i sindacati sono contrari, ma non siamo stati coinvolti

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