Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bob Dylan, doppia data in Veneto Jesolo e a Verona

Due tappe del suo Never Ending Tour: giovedì a Jesolo (per la prima volta) e venerdì in Arena a Verona, dove nell’84 tenne il concerto di esordio in Italia Dai brani di Tempest alla leggendari­a Blowin’ in the wind, cosa ci aspetta sul palco

- Francesco Verni

«Per aver creato nuove espression­i poetiche nell’ambito della grande tradizione della canzone americana». È con questa motivazion­e che, nel 2016, Bob Dylan è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratur­a. Giovedì al Palazzo del Turismo di Jesolo (Venezia, ore 21.30, info www.zedlive.com) e venerdì all’Arena di Verona (ore 21, info www.dalessandr­oegalli.com), il cantautore di Duluth porterà con sé anche questo premio assieme a un bagaglio d’arte fatto di 56 anni di canzoni, 38 album in studio e migliaia di concerti in giro per il mondo. La doppia data veneta rientra nell’infinito «Never Ending Tour», iniziato (e mai più interrotto) il 7 giugno del 1988 in California. Il nome, entrato nell’immaginari­o collettivo, non è neppure frutto dell’ingegno di Dylan: lo ha inventato un giornalist­a (Adrian Deevoy per la precisione) e «His Bobness» l’ha, sempliceme­nte, confermato. Fatto sta che, da quella data di trent’anni fa, Dylan si è divincolat­o dalle strette logiche di album e seguente tour, viaggiando in lungo e in largo per i continenti, proponendo una media vicina al centinaio di concerti all’anno, fino ad arrivare, ad oggi, all’incredibil­e numero di 2905 live.

Se per Jesolo un live di Dylan sarà una prima assoluta, per l’Arena il discorso cambia. L’ultima era stata il primo ottobre del 1987, in una tappa della tournée congiunta con il rocker (scomparso ad ottobre) Tom Petty e i suoi Heartbreak­ers. Ma il concerto fondamenta­le si era tenuto nel 1984, esattament­e il 28 e 29 maggio, una delle prime volte in cui il tempio della lirica si apriva al rock. Dylan teneva il primo grande concerto in Italia.

In questo 2018, Dylan, prima di arrivare a Jesolo e Verona, ha già suonato a Roma per

tre date, a Firenze, Mantova e

Milano. La seconda tranche dei concerti inizierà domani da Genova, poi il Veneto. Se fino a qualche anno fa Dylan decideva la scaletta di ogni singolo live solamente nelle prove pomeridian­e, ora quelle proposte sono sostanzial­mente uguali, permettend­o già di avere un’idea del live. Diverso discorso per gli arrangiame­nti dei brani, spesso molto distanti dalle versioni pubblicate, fattore che è croce e delizia per i fan, divisi tra quelli che vorrebbero le canzoni «riconoscib­ili» e chi invece rimane estasiato dalla creatività di un artista che, a 76 anni, desidera ancora reinventar­e il proprio lavoro. A Jesolo e Verona, Dylan e la sua band suoneranno una ventina di brani. L’apertura sarà Things have changed, canzone registrata per il film Wonder Boys, premiata nel 2000 sia dall’Oscar per la migliore canzone che con l’analogo Golden Globe. L’album più gettonato sarà invece «Tempest», ultimo lavoro in studio con brani originali (2012) di cui si ascolteran­no cinque pezzi. Se saranno solo tre le canzoni del periodo «crooner» degli ultimi tre album in cui Dylan ha recuperato il repertorio tradiziona­le americano, in scaletta saranno molti i superclass­ici, da Desolation row a Highway 61 revisited, fino all’iconica Blowin’ in the wind e Simple twist of fate.

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Senza sosta Bob Dylan in una foto recente sul palco: fa ancora un centinaio di concerti l’anno
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