Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Padova vola in serie B, esplode la festa

La Reggiana perde di misura a Bergamo e regala la promozione matematica ai biancoscud­ati. Bonetto: «Un trionfo»

- Di Dimitri Canello

Dopo quattro anni (e un fallimento) il Calcio Padova riconquist­a la serie B. Per effetto della sconfitta della Reggiana in casa dell’Albinoleff­e.

PADOVA Due date, due momenti opposti: 15 luglio 2014, 23 aprile 2018. Prima il buio, la notte fonda, la sparizione dal calcio profession­istico. Poi la resurrezio­ne, la luce, la gioia e il premio a chi ha saputo costruire come mai si era visto a queste latitudini. Quattro anni dopo, il Padova torna da dov’era venuto: è serie B, è matematica, è finalmente gioia allo stato puro. Alle 22.24 di lunedì 23 aprile 2018, arriva la certezza tanto attesa, la squadra, l’allenatore e i giocatori, tutto lo staff sono riuniti alla Guizza. Tentano di tenerlo segreto, ma in realtà le voci corrono e i giornalist­i li raggiungon­o. Il coro è quello più scontato: «Ce ne andiamo, ce ne andiamo in Serie B».

Pochi minuti prima il presidente Roberto Bonetto, tesissimo e scaramanti­co fino in fondo, aveva respinto i primi assalti dei cronisti: «Lasciatemi guardare la partita, ci sentiamo alla fine!». Poi, una volta terminata Albinoleff­e-Reggiana, il numero uno di viale Rocco libera la gioia alla Guizza, dove si è ritrovata la squadra per festeggiar­e la promozione: «Sono troppo felice, non so cosa dire, è una gioia incredibil­e. È il risultato del lavoro di tutti, di tutto quello che abbiamo fatto per tanto tempo, di questa cavalcata. Speravamo di festeggiar­e ieri, ma adesso non conta più nulla». Raggiante anche il direttore sportivo Giorgio Zamuner: «Avremmo meritato di festeggiar­e domenica pomeriggio – urla di gioia il dg – ma alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo in Serie B. questa è la cosa più importante». Scatta il coro, ancora una volta, quando l’orologio segna le 22.33: «Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta – si sbraccia il vicepresid­ente Edoardo Bonetto –. Dedico la vittoria a mio padre, che ha avuto la tenacia di andare avanti quando avremmo potuto mollare tutto. E questa è la gioia più bella, il giorno più bello della mia vita».

Sfilano uno a uno i giocatori, uno dopo l’altro, con la birra che scorre e con la felicità che finalmente può essere liberata. Il padovano Simone Salviato è quello più felice: «Adesso posso anche morire – grida –. Essere qui a festeggiar­e la promozione del Padova da padovano per me è la cosa più bella che possa esistere. A gennaio ho voluto venire qui a tutti i costi, sono rimasto fermo nella mia posizione fino a quando non ho ottenuto quello che volevo. Una cosa che volevo da tanti anni». Ecco Trevor Trevisan: «Avevo un conto in sospeso da quando sono andato via qualche anno fa e sono tornato per chiuderlo. Dire che sono felice è poco».

Nonostante la frenata di Fermo, c’è chi sta peggio della capolista, ormai irraggiung­ibile. È la Reggiana, che perde a Bergamo con l’Albinoleff­e e vede scemare definitiva­mente le speranze dell’aggancio al primo posto. Che fosse la serata giusta lo si era capito subito, dopo appena tredici minuti, quando Kouko gonfia la rete con deviazione decisiva di Ghiringhel­li. Un gol che indirizza il match in modo deciso in direzione Albinoleff­e, quindi indirettam­ente del Padova, e che taglia le gambe a una Reggiana in affanno, senza difesa e con l’infortunio dell’unico centrale disponibil­e (Rozzio) che aggrava definitiva­mente un’emergenza senza precedenti. Eberini è costretto a schierare quattro giocatori, tutti fuori ruolo, per gestire una situazione oggettivam­ente difficilis­sima.

Ma dopotutto che importa? Alla fine quello che conta è l’essere arrivati sin qui. È qui la festa. Dopo l’ultimo urlo del 21 giugno 2009, con il blitz di Busto Arsizio griffato Totò Di Nardo che ora non è più solo. Nove anni dopo ecco un’altra promozione. Diversa, meno improvvisa­ta, più ragionata, costruita con pazienza, mattone dopo mattone, fino all’urlo finale. Griffata Pierpaolo Bisoli, che dopo la tripla cavalcata di Cesena aggiunge un altro mattone a una carriera che parla da sé. Obiettivo raggiunto, con gioco e carattere. Un carattere da B.

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Il «selfie della vittoria» Marco Guidone, in primo piano, scatenato al gol dell’AlbinoLeff­e (foto sotto) che ha regalato la promozione al Padova. La squadra, assieme al presidente, ha cenato unita alla Guizza

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