Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Iper, cade l’ultimo tabù tutto aperto il 25 aprile e pure il primo maggio

I sindacati a lavoratori e consumator­i: andate al mare

- Martina Zambon

Non si sono ancora sopite le polemiche sulle aperture straordina­rie a Pasqua e Pasquetta che già bisogna affrontare le nuove. I centri commercial­i preparano infatti una «doppietta»: non solo saranno tutti aperti il 25 aprile come capita ormai da qualche anno ma anche il primo maggio. Porte aperte anche per molti piccoli esercizi soprattutt­o lungo la costa e, naturalmen­te, a Venezia, in entrambe le festività.

Fa caldo come in pieno giugno, avranno pensato i manager della grande distribuzi­one, un po’ di shopping al fresco attirerà. Cade, insomma, l’ultimo tabù: il giorno consacrato al lavoro, quello del concertone alla tivù, il giorno in cui le ultime lontane eco della stagione delle lotte si fanno ancora sentire si tiene aperto e si lavora. Punto. Con buona pace dell’immane sforzo della Regione che, con l’assessore allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, ha messo in campo un «tavolo etico» per modificare o almeno arginare quel Salva Italia che ha dato il «liberi tutti». Così finisce che la rossa Cgil con Cecilia De Pantz, segretario regionale della Filcams, riconosca al leghista «Bulldog» Marcato il merito di provarci, strenuamen­te. In attesa che i «crociati» neo parlamenta­ri aderiscano (eventualme­nte) alla guerra santa contro il dilagare di aperture domenicali e, tanto più, festive, un rapido giro fra i principali centri commercial­i veneti lascia poco spazio al dubbio. Se lo scorso anno chi teneva aperto anche il 1 maggio era qualche mosca bianca, quest’anno, su 11 «mall», solo 4 tengono chiuso.

Nel Veneziano apertura totale al Valecenter, all’Auchan che propone laboratori per la creazione di t-shirt artigianal­i ai bimbi e la Nave de Vero. Stessa situazione a Verona, da l’Adigeo a Le Corti così come a Vicenza con il Palladio e le Piramidi. Le uniche eccezioni si trovano a Padova con la chiusura il 1 maggio de Le Brentelle e dell’Ipercity. E poi, trasversal­e, c’è la posizione della Coop che ne fa uno slogan: «Scegliamo di non lavorare il 25 aprile e il 1 maggio». E così alla Nave de Vero, per dire, le uniche serrande abbassate saranno proprio quelle della Coop. «Credo che il 25 e il 1 maggio - spiega Pierluigi Albanese di Federdistr­ibuzione - buona parte delle aziende resteranno aperte, sono date meno problemati­che rispetto a Pasqua e Pasquetta. E poi, diciamolo, le grandi catene, se fosse vero che aprendo su 7 giorni si spalma l’incasso di 6, non lo farebbero mai». E, in effetti, Massimo Zanon di Confcommer­cio spiega: «Chi ha le forze per tenere aperto e si trova su grandi direttrici turistiche lo farà senz’altro. Io credo che in una giornata ci sia modo di essere orgogliosa­mente italiani e anche di fare acquisti».

Ben diversa, naturalmen­te, la posizione dei sindacati con De Patz che sottolinea: «Non ha senso che la grande distribuzi­one si incaponisc­a sulle aperture festive quando è sempre più in difficoltà. Noi concordiam­o con la linea di Marcato e cerchiamo di vincolare i parlamenta­ri a un impegno scritto di modifica della legge. Invitiamo i lavoratori ad astenersi dal lavoro festivo esercitand­o un loro diritto. E facciamo un appello ai consumator­i: c’è davvero bisogno di fare shopping un giorno festivo?».

Assonante la posizione di Fisascat Cisl con la segretaria regionale Maurizia Rizzo che ricorda: «I lavoratori spesso non conoscono i loro diritti. Mentre le domeniche sono inserite in alcuni contratti, le festività sono fuori dal mazzo: astenersi dal lavoro quel giorno è legittimo. Siamo ottimisti, un po’ il tavolo etico in Regione sta facendo riflettere tanti, un po’ la grande distribuzi­one sta vivendo la difficoltà delle vendite on line, un po’ i consumator­i, a dar retta ai dati del primo trimestre 2018, non hanno più la stessa disponibil­ità di spesa. Meglio tornare a dedicare tempo agli affetti».

Rizzo (Cisl Fisasca) Astenersi dal lavoro i festivi è un diritto ma i lavoratori spesso non lo sanno neppure

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