Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ciclone calcioscom­messe da Pellissier a Sartor big veneti a processo

Sotto la lente molte partite del Chievo e il suo capitano. Tutti i sospetti e le accuse

- Laura Tedesco

Spuntano alcuni big del calcio veneto tra i 31 imputati rinviati ieri a giudizio dal giudice del Tribunale di Bologna nell’ambito del processo sul calcioscom­messe. Tra questi lo storico capitano del Chievo, Sergio Pellissier, che si dichiara «assolutame­nte tranquillo ed estraneo ai fatti: sono stato tirato in ballo ingiustame­nte». Ma non solo lui. A finire a processo saranno anche l’ex giocatore dell’Hellas Antonio Bellavista, il trevigiano di Valdobbiad­ene Mauro Bressan, l’ex del Chievo Kewullai Conteh, l’altro trevigiano Luigi Sartor, l’ex dell’Hellas Marco Turati.

Quando, tra gli oltre 130 indagati iniziali, spuntò anche il suo nome, Sergio Pellissier scosse senza esitazioni il capo: «Sono assolutame­nte tranquillo ed estraneo ai fatti: sono stato tirato in ballo ingiustame­nte». A due anni di distanza, però, compare anche lo storico capitano del club della Diga tra i 31 imputati rinviati ieri a giudizio dal gup del Tribunale di Bologna Francesca Zavaglia nell’ambito del processo sul calcioscom­messe. Non è comunque l’unico calciatore veneto (d’origine e/o d’adozione) che si dovrà difendere a processo dall’accusa di associazio­ne a delinquere pluriaggra­vata finalizzat­a alla frode sportiva: accanto a ex azzurri del calibro di Beppe Signori, Cristiano Doni e Stefano Mauri, spiccano infatti anche l’ex giocatore dell’Hellas Antonio Bellavista, il trevigiano di Valdobbiad­ene Mauro Bressan, l’ex del Chievo Kewullai Conteh, l’altro trevigiano Luigi Sartor, l’ex dell’Hellas Marco Turati. Discorso a parte invece per un altro veronese (di Cerea), Enrico Sganzerla: si tratta dell’unico non calciatore (infatti è un commercial­ista) e dell’unico, tra i 32 imputati ieri sotto accusa in udienza preliminar­e, che è stato prosciolto dalle accuse. Per tutti gli altri 31, veneti compresi, invece, la prima udienza a Bologna è fissata per il 19 giugno.

L’accusa da cui si dovrà difendere Pellissier è di aver fornito, quantomeno dal 2009 al 2011, notizie «certe» circa l’andamento di alcune partite del Chievo, anche per averle lui stesso «condiziona­te» assieme ad alcuni compagni di squadra che non sono stati identifica­ti, il tutto per ottenere «lauti guadagni» con le scommesse. Le informazio­ni sarebbero state girate ai due dominus dell’organizzaz­ione, il tabaccaio Massimo Erodiani e l’ex calciatore Antonio Bellavista, direttamen­te o per il tramite degli ex calciatori Massimilia­no Longhi (già suo compagno alla Spal) e Gianfranco Parlato. Diverse le gare del Chievo finite sotto la lente degli inquirenti. A partire da Napoli- Chievo del 31 maggio 2009, finita 3-0, di cui Pellissier avrebbe informato Bellavista e su cui anche alcuni giocatori del Chievo avrebbero puntato soldi sulla loro stessa sconfitta. Ci sono poi ChievoCata­nia 1-1 del 21 marzo 2010, che già quando fu disputata aveva attirato sospetti per il volume anomalo di puntate, e Inter-Chievo 4-3 del 9 maggio 2010: Pellissier avrebbe informato per tempo Bellavista, tramite Longhi e Parlato, rispettiva­mente del pareggio e dell’«over 3,5», in gergo una gara con più di quattro gol. E poi ancora: il giorno prima di Parma-Chievo del 6 marzo 2011, Pellissier avrebbe comunicato a Bellavista la volontà di chiuderla con un pareggio (finirà 0-0), mentre con Parlato avrebbe discusso della gara successiva, con la Fiorentina, del 13 marzo (vinta dai Viola 1-0). C’è poi un riferiment­o a Chievo-Livorno, del 17 aprile 2010, finita 2-0. Il giorno prima, il commercial­ista Manlio Bruni) commenta con il direttore sportivo del Perugia Roberto Goretti il fatto che la Snai non prendesse puntate per l’incontro. «Conoscendo i soggetti… Spinelli, Pelliss(ier)», dice Bruni: per il pm un «evidente riferiment­o alle scommesse esorbitant­i che prevedibil­mente i due, il primo presidente del Livorno e il secondo calciatore del Chievo, avevano come di consueto effettuato, facendo crollare le quote». Bellavista avrebbe tentato di truccare anche Chievo-Bari del 2011 e Palermo-Chievo. Per tutti i veneti, l’accusa-chiave è di essersi «associati» per «commettere una pluralità di frodi e truffe.

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Rinviati a giudizio Calcioscom­messe, Tra i 31 rinviati a giudizio ci sono anche quattro nomi celebri del calcio veneto: da sinistra, Sergio Pellissier, Mauro Bressan, Luigi Sartor e Antonio Bellavista

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