Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sagre, primi stop. L’Anci chiama i prefetti

«Troppa sicurezza», i sindaci al tavolo con i prefetti

- Di Martina Zambon

IComuni veneti chiedono un tavolo tecnico con prefetti e ingegneri dell’Università di Padova per studiare norme soft sulla sicurezza alle sagre.

VENEZIA Sagre ed eventi di piazza a rischio estinzione per le complesse e costose misure di sicurezza. Ora scende in campo l’Anci,l’associazio­ne dei Comuni veneti che invoca strumenti finanziari e non per fronteggia­re l’emergenza. A partire da un tavolo con i prefetti dei capoluoghi regionali e con gli ingegneri dell’università di Padova per studiare un piano di «safety (incolumità delle persone) e security (la tutela dell’ordine pubblico)» applicabil­e anche ai piccoli eventi. La storia è nota e gli esempi ormai si sprecano: nel Veronese, per dire, salteranno appuntamen­ti imprescind­ibili per l’entroterra scaligero come la festa della birra a Pian di Castagnè a Mezzane di Sotto o i classici mercatini dell’usato «Soffitte in piazza» e «Sbaracchia­mo». Anche gli eventi religiosi sarebbero a rischio: il 3 giugno cade il Corpus Domini e pare servirà il piano sicurezza .

Tutta «colpa» della «circolare Morcone», emanata dopo gli incidenti di Torino durante la finale di Champions League dal prefetto Mario Morcone, capo di gabinetto del Viminale, per tutelare la «safety» e la «security» attraverso controllo dei varchi, accessi regolati, idranti, piani di emergenza e di evacuazion­e, megafoni, insegne luminose, steward e transenne, spese che non tutti possono affrontare per dar vita a «pubbliche manifestaz­ioni».

Ma se è stato possibile applicarle per gli eventi con la E maiuscola come il Carnevale di Venezia, sarà ben più arduo per le oltre 3000 sagre venete. E per una Regione che tanto punta sull’«identità veneta» da ingaggiare una battaglia ogni due per tre, una su tutte quella per il riconoscim­ento della lingua veneta, non è poco.

Tant’è che a Palazzo Balbi è nata una task force fra assessorat­o al Turismo e assessorat­o alle Politiche sociali e associazio­nismo per capire con l’avvocatura regionale se una norma regionale può attenuare i vincoli d’acciaio della Morcone. «Un problema giuridico non da poco - fa sapere Palazzo Balbi - perché, come si sa dalla tragedia di Refrontolo, sussiste anche un problema di responsabi­lità per i volontari».

L’Anci veneto, posta l’incertezza di una via normativa regionale, prova una strada diversa, una manovra «dal basso» concordata con i prefetti sul territorio per calibrare su ogni evento misure efficaci sì ma anche equilibrat­e. Si tratta, poi, di un’occasione in più per tornare sul tasto dolente dei fondi accantonat­i dai Comuni che invece restano inutilizza­ti per il blocco imposto alle amministra­zioni virtuose.

«Le sagre di paese ed i piccoli eventi - commenta la presidente Anci Maria Rosa Pavanello - sono un patrimonio per i nostri territori e per le comunità che non possiamo e non vogliamo perdere, garantendo, certo, la sicurezza. Da soli, però, rischiamo di non farcela. Nei mesi scorsi su questo tema ho parlato anche con il Ministro dell’interno Marco Minniti perché ai Comuni sia concesso di avere più risorse per rispettare la legge ad iniziare, ad esempio, dagli avanzi di amministra­zione che sono bloccati dal patto di stabilità».

I Comuni, intanto, si sono già rimboccati le maniche lavorando con Fabio Dattilo direttore del dipartimen­to interregio­nale dei vigili del fuoco del Veneto e del Trentino che ha lanciato l’idea, abbracciat­a dall’Anci, di un tavolo tecnico per fare sintesi, alle Prefetture di Venezia, Treviso, Padova e Verona e agli ingegneri della facoltà di ingegneria di Padova che realizzano i piani di sicurezza per arrivare ad una proposta finale di linee guida semplifica­te su safety e security».

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