Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

San Donà, a fuoco le scorie Operai salvano i macchinari e le gente si barrica in casa

- Eleonora Biral

SAN DONA’ DI PIAVE (VENEZIA) I vigili del fuoco hanno impiegato sei ore, una dozzina di mezzi e una quarantina di uomini solo per circoscriv­ere l’incendio. Sei ore durante le quali i residenti sono rimasti chiusi in casa e i passanti sono stati allontanat­i. Solo dodici ore più tardi anche gli ultimi focolai sono stati spenti e lo scenario che si è presentato di fronte agli occhi dei soccorrito­ri era quello di un’azienda devastata.

I danni alla Se.Fi Ambiente di San Donà ammontano a parecchi milioni di euro. All’interno dell’azienda di gestione di rifiuti lunedì sera, intorno alle 21.30, è scoppiato un incendio che ha distrutto un intero capannone di cinquemila metri quadri. La società, che si occupa di raccolta, trasporto e smaltiment­o rifiuti speciali, a quell’ora era chiusa. I passanti hanno notato una colonna di fumo e le fiamme altissime e hanno chiamato i vigili del fuoco che, arrivati in via Argine di Mezzo, hanno compreso subito che la situazione era drammatica e il sindaco di San Donà, attraverso i social network, ha invitato tutti a stare al riparo e a chiudere le finestre. Sono state chiamate squadre di pompieri da Venezia e Treviso ed è stato utilizzato anche un mezzo aeroportua­le Strike. Alcuni dipendenti dell’azienda hanno spostato dei macchinari evitando che andassero a fuoco. Quaranta uomini hanno circoscrit­to il rogo alle tre e mezza del mattino e nelle ore successive si sono assicurati di spegnere gli ultimi focolai.

«Non è mai successo in trent’anni – ha detto il titolare della Se.Fi., Claudio Donè -. Purtroppo alcuni materiali hanno reazioni termiche. Ci rimboccher­emo le maniche e mi impegnerò a fornire spiegazion­i alla popolazion­e, alla quale chiedo comprensio­ne». Intanto, i tecnici dell’Arpav hanno effettuato delle misurazion­i ambientali nelle vicinanze dell’azienda e a valle, in località Caposile. «Pur essendo l’evento importante, le condizioni della combustion­e con temperatur­e alte hanno favorito l’innalzamen­to della colonna di fumo e, dunque, la dispersion­e - spiegano dall’Arpav -. Nei referti dei primi campioni si riscontran­o tracce di alcuni contaminan­ti tipici di incendi». Valori comunque nella norma.

Il sindaco Andrea Cereser già ieri mattina ha rassicurat­o la popolazion­e: «I primi due campioni di aria hanno dato

Il titolare Mai successo in 30 anni, alla popolazion­e spiegherò tutto

esiti confortant­i. Non c’è necessità di disporre misure straordina­rie». Ieri, nel corso della giornata, sono state effettuate altre analisi. «La raccomanda­zione è di non consumare ortaggi coltivati entro un raggio di 500 metri sino a quando non saranno disponibil­i i risultati degli altri campioni».

Gli esiti arriverann­o nelle prossime ore e intanto l’attenzione si concentra sulle cause dell’incendio. Il Niat dei vigili del fuoco ieri ha eseguito un sopralluog­o all’interno del capannone e, dai primi riscontri, sembrerebb­e che le cause del rogo siano accidental­i. A scatenare le fiamme sarebbe stata un’autocombus­tione in un’area in cui c’erano stracci e oli esausti. La presenza di materiale infiammabi­le ha poi favorito il propagarsi dell’incendio con una velocità spaventosa.

Quello alla Se.Fi. è l’ultimo di una lunga serie di incendi che riguardano aziende attive nella gestione dei rifiuti. «Restano i dubbi legati all’origine di questi roghi» dice Piero Ruzzante, consiglier­e regionale di Liberi e Uguali che ieri ha depositato un’interrogaz­ione. «Va chiarita ogni possibile connession­e con la criminalit­à organizzat­a».

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(Foto Errebi) L’intervento I vigili del fuoco hanno lavorato per dodici ore per domare il rogo divampato all’interno di una ditta di San Donà di Piave
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