Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
#iostoconlivio, il barman anti cafoni conquista i Social. E arriva la pace
«Troppa maleducazione». «No, voi scortesi»
TREVISO Tutto era iniziato con un post su Fb. Il barman del Cloakroom, cocktail bar di Treviso, Livio Carrubba (in foto) si è sfogato contro un cliente cafone. Il post è diventato virale e ha conquistato i Social. Dopo due settimane, la pace.
TREVISO Alla fine, è prevalsa la voglia di pace. Dopo giorni di #iostoconlivio, dopo botte e risposte sui social, dopo foto e frasi, alla fine, complice forse il sole di un 25 aprile di festa, Livio Carrubba ha postato su Facebook la sua dichiarazione di fine delle ostilità coi clienti. E lo ha fatto, al solito, con la simpatia e la goliardia che lo contraddistingue. «#iostoconlivio ricorda a tutti che anche oggi, come in tutti i festivi dell’anno vi aspettiamo nei nostri locali, bar, ristoranti con un sorriso per divertirsi, rilassarsi e festeggiare la festività in corso e tutte quelle che verranno». Queste le sue parole, che in qualche modo mettono un suggello ad una escalation che dura da un paio di settimane sul rapporto tra clienti e baristi. Lui, nel pieno di una giornata lavorativa, sorrideva a tutti. E a chi gli chiedeva se si fosse pentito di aver innescato questa polemica virale, rispondeva che «in realtà nulla è cambiato coi miei clienti». Anzi. «In molti mi hanno dato il loro appoggio».
Tutto era iniziato il 13 aprile con un post su Facebook di Carrubba, barman trentatreenne del Cloakroom, cocktail bar di Treviso, in piazzetta Monte di Pietà, considerato ai vertici del settore in Italia, grazie alla presenza di 330 etichette di gin. Erano le tre del mattino, il barman era stanco e stressato e aveva appena litigato con un cliente. Sulla sua bacheca si possono ancora leggere le sue parole. «Io ci provo, ci metto tutta la buona volontà di cui dispongo, per crescere non solo professionalmente ma anche come persona (…) ma se dopo che già avevi infastidito con dello starnazzo ad alto volume più di qualche cliente ti permetti di entrare nel mio locale e alzare la voce con me (…) e ti permetti di dirmi “fermati e ascoltami” con tono arrogante mentre sto lavorando (…)».Uno sfogo articolato che è rimbalzato sui social dopo che un gruppo di amici di Livio ha lanciato l’hashtag #iostoconlivio per sostenere i baristi vittime della maleducazione dei clienti.
Il teatrino dei social network è stato così riempito di foto di barman, blogger, gestori di birrerie, ristoranti e simpatizzanti (sono circa 1.800 gli esercizi pubblici nella sola Marca Trevigiana) che si sono fatti un selfie tenendo in mano un cartello con la scritta #iostoconlivio. E mai come in questi casi il bar è diventato cenacolo di riflessioni. «Baristi maleducati che non ti fanno andare in bagno senza pagare». «Clienti che pensano che siamo servi». «Ristoratori che non ti cambiano il menù nemmeno se hai l’allergia». «Clienti che ti denunciano se manca la connessione al Pos». E così via, un gioco delle parti a cui tutti, a Treviso, hanno partecipato per giorni, se non altro perché il rito del caffè e del rapporto coll’oste è uno dei più antichi al mondo.Ovviamente, la risposta su chi ha ragione non c’è. Perché la maleducazione e la mancanza di rispetto sono in ogni caso atteggiamenti sbagliati, provengano da chi paga o da chi viene pagato, da chi spina la birra o da chi la beve.
Di certo, Livio ha avuto la sua notorietà. «Non credevo di ottenere questa eco, ma sono contento di aver innescato la polemica», chiudeva ieri il barista trevigiano. «Anche perché io l’ho iniziata parlando dei locali. Ma come molti post confermano, è generalizzabile in tutti gli ambiti commerciali. C’è sicuramente chi sbaglia tra i miei colleghi, tra chi si improvvisa gestore o barman, ma le mele marce ci sono ovunque. Ma oggi pensiamo a festeggiare».
Il post notturno
Alle tre di notte, chiuso il locale, il barman trevigiano si è sfogato su Facebook accusando un cliente di essere maleducato. Ne è nata una riflessione collettiva sul difficile mestiere di barista in città
Il gestore del bar Molti clienti pensano che siamo i loro servi, ti denunciano se non hai il Pos
Il cliente C’è chi non ti permette di andare al bagno se non consumi, chi non varia il menù neppure se sei allergico