Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Bim Gsp», dimezzati i debiti Ma resta il caro-bolletta idrica

Ok al bilancio: esposizion­e scesa dagli 89 milioni di euro del 2011 a «soli» 39

- Moreno Gioli

BELLUNO Il «Bim Gsp» torna a respirare, ma le bollette non caleranno. Il 2017 è stato un anno-record per la società che gestisce il servizio idrico integrato, il cui bilancio è stato approvato ieri all’unanimità dall’assemblea dei soci. Fatturato 30 milioni di euro, utile netto di 4,9 milioni, ma soprattutt­o debiti per «soli» 39 milioni di euro, meglio dei 40 indicati come obiettivo dall’amministra­tore unico Giuseppe Vignato.

Nel 2011 la società, sull’orlo del dissesto, era gravata da 89 milioni di euro di debiti, oggi sono 50 milioni in meno. Un risanament­o realizzato grazie a un percorso virtuoso di riduzione delle spese, ma anche con un aumento delle bollette che dal 2012 a oggi ha visto i bellunesi pagare quasi il 50% in più. Ora un metro cubo di acqua costa ai bellunesi quasi 2 euro, appena sotto la media regionale: pagano di più solo i cittadini di Rovigo (2,4 euro a metro cubo), Padova e Vicenza. Va un po’ meglio a Venezia, Treviso e Verona, con quest’ultima che vanta il primato di provincia dalla tariffa più bassa del Veneto.

Ma, se non scenderann­o, le tariffe nemmeno aumenteran­no: lo ha deciso il Consiglio di bacino mantenendo per il prossimo biennio invariati i costi a carico dei cittadini. «Bim Gsp» ora gode di ottima salute e nel 2017 ha realizzato investimen­ti per 9,9 milioni di euro, interament­e autofinanz­iati, portando il valore medio degli investimen­ti pro-capite a 50 euro annui, ben al di sopra della media italiana di 36 euro per abitante.

Tra le opere principali «Bim Gsp» ha completato i depuratori di Calalzo, Feltre, Sappada, Trichiana ed avviato la costruzion­e degli impianti di Falcade e Longarone, ha realizzato nuovi acquedotti a Sovramonte, Domegge, Calalzo, Danta, Santo Stefano e San Pietro di Cadore. Tra le principali fognature sono state completate quelle di Belluno, Puos d’Alpago, Livinallon­go e Pozzale di Cadore.

Nel 2016 e 2017 la società ha realizzato tre milioni e mezzo di investimen­ti in più rispetto a quelli inseriti nel Piano d’Ambito e il trend proseguirà in futuro: il Consiglio di bacino ha approvato l’aggiorname­nto del Piano che prevede, da qui al 2033, investimen­ti per 165 milioni di euro, a fronte dei 107 previsti dal Piano precedente.

Si tratta di circa 7,5 milioni di euro di investimen­ti all’anno, che saliranno a 10,5 milioni dal 2024. Quello che pagheranno, i cittadini lo riavranno indietro sotto forma di interventi per migliorare l’efficienza degli impianti. Insomma, niente sconti, ma perlomeno reti idriche sempre meno colabrodo.

Approvato anche il bilancio Bim Infrastrut­ture, la società che gestisce il servizio del gas metano e le centraline idroelettr­iche pubbliche. Il 2017 si è chiuso con 9,7 milioni di euro di ricavi e un utile netto di 508 mila euro. Il valore della produzione, complessiv­amente di 12,3 milioni di euro, è ripartito in 6,8 milioni derivanti dal ramo gas e 2,6 milioni dal ramo idroelettr­ico, derivante dalla gestione di 34 centraline per conto di 20 comuni, ai quali va la quasi intera cifra.

Sul tavolo il futuro della società, che ha deciso di non partecipar­e alla gara per la distribuzi­one del gas e potrà godere quindi di circa 50 milioni di euro che dovranno esserle riconosciu­ti da chi si aggiudiche­rà il servizio. Sul tavolo c’è una proposta, esposta dall’amministra­tore unico Bruno Zanolla: la fusione tra Bim Infrastrut­ture e «Bim Gsp».

Acqua e fognatura Dal 2012 a oggi il costo del metro cubo aumentato del 50%: ora a quasi 2 euro

Bim Infrastrut­ture L’amministra­tore Zanolla ha proposto la fusione col gestore idrico

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Il salvataggi­o Fino a sette anni fa il gestore del servizio integrato era in default

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