Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Asili, i sindaci si allineano: fuori i non vaccinati

Dal 2 maggio lo stop: non è chiaro chi dovrà bloccarli ai cancelli

- Di Martina Zambon

Dal 2 maggio scatta lo stop ai bambini non vaccinati nei nidi e nelle scuole materne. E in Veneto sono quasi 9mila. Non è chiaro, però, chi bloccherà fisicament­e gli accessi. I referenti delle scuole, spesso paritarie, dicono che si rivolgeran­no al sindaco. Ma i sindaci puntano sulla «mediazione».

VENEZIA Vaccini, asili nido e scuole materne: il refrain di una vigilia sempre più tesa suona così: «Non compete a me bloccare l’accesso ai bimbi non vaccinati». Lo dicono i sindaci e lo ribadiscon­o i responsabi­li delle tante scuole paritarie per l’infanzia. E, a dirla tutta, non hanno poi torto visto che la normativa Lorenzin non chiarisce chi, fisicament­e, debba impedire l’accesso ai piccoli. La questione, va da sé, è spinosa. La lunga infilata di proroghe è arrivata al capolinea e la scadenza del 30 aprile per dimostrare di aver almeno iniziato il percorso vaccinale per poter portare il proprio figlio all’asilo appare granitica. Risultato: dal due maggio in poi, la legge prevede che i bimbi «inadempien­ti totali», cioè senza alcun vaccino all’attivo o, quanto meno, un appuntamen­to fissato per la prima somministr­azione di siero, non possano entrare in classe. E in Veneto si parla di 8900 bambini, non esattament­e casi isolati.

A differenza dei bambini e ragazzi già alla scuola dell’obbligo per cui si ripiega sulle sanzioni, i più piccoli, tra gli zero e i sei anni, in classe non ci entreranno proprio. Ed ecco il nodo più difficile da sciogliere: chi impedirà loro l’accesso? In linea teorica dovrebbe funzionare così: il legittimo rappresent­ante della scuola (se sono scuole paritarie e quindi indipenden­ti) o lo stesso sindaco, in caso di nidi comunali ma affidati in concession­e a una cooperativ­a, dovrebbe far valere la norma con le famiglie no vax decise a far entrare comunque in classe i loro figli. «La norma dice – spiega Stefano Cecchin della Fism che rappresent­a mille materne e 300 nidi privati – che esiste una responsabi­lità civile e penale per l’applicazio­ne di questa norma in capo al legale rappresent­ante delle strutture private o al dirigente dell’istruzione o allo stesso sindaco per le scuole dell’infanzia comunali come a Venezia, Vicenza e Verona». E spesso, per le scuole paritarie legate alle parrocchie il legale rappresent­ante è il parroco. «Ma – spiega Cecchin – l’obbligo è di segnalare alle UIss prima l’elenco degli inadempien­ti totali e, in questi giorni, quello di chi non ha risposto alle ultime sollecitaz­ioni. Punto».

Come a dire che la responsabi­lità arriva fin qui. Ma concretame­nte, davanti ai cancelli degli asili veneti, che succederà il 2 maggio? «Consegnere­mo ai genitori il documento che certifica la sospension­e dei bambini dall’attività didattica» specifica Cecchin. E se i genitori insistono? «Chiameremo il sindaco che deciderà se attivare i vigili urbani - conclude il presidente Fism - e se anche il sindaco farà spallucce, chiameremo i carabinier­i, che dobbiamo fare? Però cerchiamo di pensare prima ai bambini...». Il terrore, per tutti, è il verificars­i di scenate in pubblico con protagonis­ti bimbetti di 3 anni e uomini dell’Arma che li allontanan­o.

«Non voglio neanche pensarci - dice Massimo Calzavara, sindaco di Pianiga, nel Veneziano - se mi chiamerann­o, per carità, io andrò a tentare la mediazione con i genitori ma è chiaro che non compete al sindaco». La parola chiave è mediazione in linea, poi, con la posizione dell’Anci che richiama gli obblighi di legge. Da quella che è stata definita la «culla dei no vax», il Bassanese, Riccardo Poletto sindaco di Bassano, getta acqua sul fuoco: «Siamo felici per i buoni risultati dell’opera di persuasion­e e io resto fermamente favorevole all’obbligo vaccinale ma non manderò certo i vigili di mia iniziativa. Abbiamo un filo diretto in questi giorni con asili e Ulss per arrivare preparati. Come conferenza dei sindaci avevamo proposto di far finire l’anno ai bambini ma, a questo punto, devono essere i genitori a comprender­e che la legge è legge. Qui l’azienda sanitaria ha moltiplica­to gli orari di lavoro per la disponibil­ità di sportelli e segreteria, più di così non si poteva fare».

Ancora nel Veneziano, a Vigonovo, il sindaco del M5S Andrea Danieletto è improntata alla delicatezz­a: «Ho scritto inutilment­e a Regione, Ulss e Ministero per capire come ci dovremo comportare. Penso che, nel caso, andrei da solo, senza vigili, per non spaventare i bambini tentando di far ragionare i genitori». E, intanto, le «mamme no-vax» hanno richiesto per domani un incontro urgente con l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto che allarga le braccia: «Non so che cosa mi vogliano chiedere ma le riceverò».

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