Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I negozianti già pensano alle tasche: «Ma io così finisce che ci rimetto»

- Renato Piva

VENEZIA Prima voce: «Calatrava? Spero che el croea». Edicola all’angolo dei giardini Papadopoli, «svincolo» a destra sulla via per San Marco e l’Accademia che tornerà (dovrebbe tornare) in voga quando i nuovi tornelli piazzati alle caviglie del ponte della Costituzio­ne (alias, appunto, di Calatrava) diranno stop ai turisti in entrata a Venezia da piazzale Roma. Titolare pacato ma secco: «Potrebbe funzionare ma non è quello il posto per un tornello - dice Alberto Scarpa -. Il problema non è la deviazione del flusso ma che c’è troppa gente e va bloccata prima». Prima dove? «Tornelli sul ponte della Libertà (il cordone con la terraferma, ndr) e dare la possibilit­à ai residenti di vivere».

Primo pomeriggio con la novità da stadio, i cancelli di filtraggio con cui il sindaco Luigi Brugnaro intende ridisegnar­e il letto del fiume di turisti che, nei giorni da «bollino nero», invade Venezia fino a strangolar­la. L’impatto, per il momento, è solo visivo: tornelli neri, agenti in divisa, cartelli indicatori giallo carico. Ieri era la prova generale, spiega Marco Agostini, comandante della Municipale, servita «a tarare il meccanismo». Il blocco al traffico dei pedoni non c’è stato: circa 60 mila visitatori, quindi «gate» ai piedi di Calatrava e all’altezza del ponte di Rialto sempre aperti. Da oggi fino al primo maggio il flusso in entrata raddoppier­à e la sperimenta­zione entrerà nel vivo.

Elsa Moro e il marito hanno un chiosco di souvenir in Fondamenta del Monastero. Qui, in campo San Simeon, ai Tolentini e nelle calli retrostant­i, lo stop sotto la Costituzio­ne potrebbe riportare parte dei turisti che ora muovono verso San Marco lungo la direttrice piazzale Roma, stazione, Lista di Spagna, Strada Nova, Campo Santi Apostoli. «Bene - dice la commercian­te - ma che deviino anche da questa parte, sennò saremo tagliati fuori dal flusso per l’ennesima volta». Sono le 12.18; Elsa indica il solito ponte dell’archistar spagnola: «Da qui si vede il passaggio. Sono tutti lì. Prima, quando Venezia era piena, di gente ce n’era per tutti e nessuno si lamentava». Quindi benvenuti filtri, o no? «Se si mettesse una tassa d’ingresso in città non sarebbe male. Si eviterebbe tanta brutta gente. Venezia è fragile, il turismo è il degrado. Vengono in bici, si fanno la pasta con fornellett­o in piazza San Marco. Sbaglierò ma...». Per Elsa è questione di quantità, ma pure di qualità. «I tornelli non saranno bellissimi - spiega il comandante Agostini a un inviato Rai ma mandano un messaggio forte, che con le transenne non sarebbe stato percepito. Venezia è città aperta e tale resta, ma se sei da Boion invece che da Kathmandu puoi decidere di non visitarla il Primo Maggio». Quantità, quindi, è anche qualità.

Maier, viennese, spinge un passeggino da piazzale Roma. Si ferma a qualche metro dai cancelli del ponte, esita. Chiede a noi: «Posso salire, ora, col bambino?». Sì, sono aperti. Fossero chiusi per eccesso di presenze a valle, dovrebbe fare il giro a destra, per quel ponte e quell’altro. «Capisco. É per la sicurezza?». Anche. «Non è proprio comodo». Silvestre è alla fine di una settimana veneziana, famiglia e bauli cubitali a traino. Francese, osserva perplesso i tornelli: «L’altro giorno non c’erano». Che ne pensa? «Così, coi poliziotti, mi sembrano impattanti». Evitano gli ingorghi, però... «Male necessario. Mi scusi, devo prendere il treno». «Sembra una situazione di pericolo, però è giusto che ci siano», concordano Stefania e Massimo, ferraresi, crocierist­i, da Venezia a Venezia dopo il tour del mar ellenico. Ancora voci. Angelo, veneziano, impiegato: «Ma coi sera, se vojo tornar casa, secondo tì fo a fia pal documento?». Stefano Zennaro: «Da gondoliere ti potrei anche dire: pì xente vien mejo par tutti e chi se ne frega. Ti parlo da veneziano. A Carnevale scappo via, come alle feste comandate. È impossibil­e anche fare una passeggiat­a con moglie e figli».

Uno che i tornelli non li vuol proprio è Luca. La sua Cicchetter­ia Veneziana sta a valle del filtro all’ingresso della Lista di Spagna, prima tranche della via d’oro verso San Marco: «Più gente viene meglio è per me. Coi tornelli il flusso si riduce. Regolare è giusto ma così è eccessivo. Bastano i vigili a dirigere il traffico e poi le barriere sono brutte, non in armonia con il luogo». «Biglietto d’ingresso a 10 euro, perché Venezia è piena di gente che viene a sonnecchia­re: 50 milioni di presenze, 27 di troppo». Sentenza di Gino dell’Eli’s Shop, vetrina di souvenir su Strada Nova. Morale non espressa: meglio una città museo che un tornello, se sta a monte del tuo negozio...

L’edicolante Potrebbero funzionare ma non così Servono sul ponte della Libertà: qui c’è troppa gente

Il barista Se chiudono c’è meno gente. Giusto regolare ma bastano i vigili

La turista Sembra una situazione di pericolo ma, in fondo, dico che è giusto che ci siano

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