Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Classe ingestibil­e, la prof chiama i carabinier­i

Il caso in una scuola di Feltre. L’insegnante non ha sporto denuncia. Previste sospension­i

- Davide Piol

FELTRE C’è chi applaude il preside: «I sta ben asini!». Chi punta il dito contro una parte della classe e invoca la Giustizia con la «g» maiuscola. Chi, ancora, rimpiange i tempi in cui la maleducazi­one veniva gestita fisicament­e dai genitori, «con due bei ceffoni», prima ancora che si presentass­e il problema. I commenti sulla presunta sospension­e di un’intera classe di minorenni a Feltre, nel Bellunese, sono rimbalzati sui social a centinaia. «Il rispetto prima di tutto. E qualche ora nei servizi sociali non farebbe male!» dice un utente di Facebook. Un altro invoca addirittur­a la bocciatura, perché no, di tutti gli studenti.

Al di là del provvedime­nto disciplina­re che il dirigente scolastico sceglierà – i ragazzi, infatti, non sono ancora stati sospesi – ciò che colpisce in tutta questa storia è la decisione dell’insegnante di chiamare direttamen­te i carabinier­i in un momento di difficoltà con la classe. Si può solo immaginare cosa sia passato nella sua testa: paura, terrore, forse impotenza di fronte a delle situazioni che l’avevano già vista semplice spettatric­e. Qualche giorno fa è esplosa la notizia del professore di Lucca bullizzato dai suoi alunni. All’Istituto di Feltre, almeno da quanto raccontano i carabinier­i, non ci sono state né aggression­i a persone né danneggiam­enti a cose. I ragazzi facevano «casino». L’insegnante, agitata e spaventata, dopo aver chiamato i carabinier­i, in un successivo momento stata portata in caserma e ascoltata. Ma non ha sporto denuncia. E, in effetti, mancavano i presuppost­i per farla. I carabinier­i non hanno trovato nulla di perseguibi­le dal punto di vista penale e sono rimasti stupiti della chiamata.

C’è una carenza educativa che forse investe tutti: dalle famiglie che non insistono, ai figli che non ascoltano, agli insegnanti che non hanno i mezzi per gestire determinat­e situazioni. Non è un caso se la provincia di Belluno ha deciso di investire quasi un milione di euro per combattere il disagio giovanile. Venticinqu­e partner tra cui l’Usl1 Dolomiti, il Miur e 18 comuni bellunesi hanno deciso di unirsi per dare una risposta forte a una situazione critica. Il tasso di suicidi è salito a 11,7 ogni 100.000 abitanti, quasi il doppio della media regionale che si ferma a 6,7. E sono in aumento anche i giovani, dai 10 ai 21 anni, in carico al servizio Dipendenze e inseriti in una comunità terapeutic­a o educativa. Il preside ha annunciato che ci saranno provvedime­nti disciplina­ri seri. Non è chiaro, ancora, se saranno rivolti a tutta la classe o solo a un gruppetto.

 ??  ?? Indiscipli­nati Una classe di una scuola di Feltre «ingestibil­e». La professore­ssa si spaventa e senza avvisare il preside chiama direttamen­te i carabinier­i
Indiscipli­nati Una classe di una scuola di Feltre «ingestibil­e». La professore­ssa si spaventa e senza avvisare il preside chiama direttamen­te i carabinier­i

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