Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La beffa dei fondi per la sicurezza «Già a bilancio, non arrivano»

Rivolta dei sindaci bellunesi: «Scavalcati a Roma dai Comuni in rosso»

- Marco de’Francesco

BELLUNO Una volta presa coscienza dell’accaduto, c’è chi dice no. Quelle regole vanno cambiate. I sindaci facciano fronte comune.

L’Anci si dia una mossa e faccia qualcosa. Perché i fondi statali per la messa in sicurezza degli edifici pubblici si sono rivelati, per i primi cittadini del Bellunese, una burla. Tanti i Comuni bellunesi ammessi ai contributi, ma nessuno finanziato.

«Così, in effetti, non può continuare – afferma il sindaco di Trichiana Fiorenza da Canal -. Nella graduatori­a nazionale, noi eravamo stati ammessi per contributi che messi insieme superavano il milione di euro; ma poi siamo precipitat­i in classifica, mentre sono passati solo i Comuni con i conti in rosso. Possibile? Un comune dovrebbe spendere soldi solo quando ci sono le coperture, altrimenti non fa nulla». Invece niente: i contributi sono stati assegnati fino a concorrenz­a delle risorse disponibil­i, pari a 150 milioni per l’anno in corso, e quindi ai comuni indicati da un allegato (ad un decreto del ministero dell’Economia di metà aprile) fino alla 146esima posizione. Sono tutti centri con i conti disastrati, con sbilanci paurosi.

«Noi ugualmente abbiamo messo i soldi in bilancio – continua la Da Canal -: se arrivano, li utilizzere­mo per fare altro, sempre nel campo della sicurezza». Più cauto era stato il primo cittadino di Sovramonte Federico Dalla Torre. «I contributi (pari a

Sulla carta

Roma ha destinato anche un milione per la copertura del municipio di Auronzo: ma i soldi si aspettano 400mila euro, quelli “ammessi”) ci servivano per la messa in sicurezza di municipio e delle scuole – afferma – ma ci siamo guardati bene dal metterli a bilancio. Avevamo già preso due scottature di seguito con i “6000 Campanili”. La terza volta non ci siamo cascati. Abbiamo capito, d’altra parte, che vengono bastonati sempre i comuni virtuosi. Ma la presa in giro non è stata priva di effetti, perché per cercare di ottenere i fondi abbiamo comunque messo in moto la macchina amministra­tiva, con una evidente perdita di tempo».

Ammessi anche i contributi per il comune di Val di Zoldo. Mica somme piccole: 2 milioni e 150mila euro.

«Solo che poi in graduatori­a siamo finiti in fondo – afferma il sindaco Camillo De Pellegrin – in quanto troppo virtuosi. Sul punto, bisogna fare un paio di consideraz­ioni. Anzitutto, bisogna capire le ragioni del disavanzo dei Comuni in alto in classifica. Questo non significa che non ci siano ragioni. Ma vanno esplorate. In secondo luogo, forse è anche colpa nostra.

In quanto Comuni, dovremmo essere più efficaci, più coesi. Forse anche l’Anci potrebbe fare qualcosa di più. In tutti i casi, nella distribuzi­one di contributi di questo genere, bisognereb­be scegliere dei criteri diversi. Basta con i meri calcoli numerici. Bisognereb­be fare valutazion­i più ampie».

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