Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La beffa dei fondi per la sicurezza «Già a bilancio, non arrivano»
Rivolta dei sindaci bellunesi: «Scavalcati a Roma dai Comuni in rosso»
BELLUNO Una volta presa coscienza dell’accaduto, c’è chi dice no. Quelle regole vanno cambiate. I sindaci facciano fronte comune.
L’Anci si dia una mossa e faccia qualcosa. Perché i fondi statali per la messa in sicurezza degli edifici pubblici si sono rivelati, per i primi cittadini del Bellunese, una burla. Tanti i Comuni bellunesi ammessi ai contributi, ma nessuno finanziato.
«Così, in effetti, non può continuare – afferma il sindaco di Trichiana Fiorenza da Canal -. Nella graduatoria nazionale, noi eravamo stati ammessi per contributi che messi insieme superavano il milione di euro; ma poi siamo precipitati in classifica, mentre sono passati solo i Comuni con i conti in rosso. Possibile? Un comune dovrebbe spendere soldi solo quando ci sono le coperture, altrimenti non fa nulla». Invece niente: i contributi sono stati assegnati fino a concorrenza delle risorse disponibili, pari a 150 milioni per l’anno in corso, e quindi ai comuni indicati da un allegato (ad un decreto del ministero dell’Economia di metà aprile) fino alla 146esima posizione. Sono tutti centri con i conti disastrati, con sbilanci paurosi.
«Noi ugualmente abbiamo messo i soldi in bilancio – continua la Da Canal -: se arrivano, li utilizzeremo per fare altro, sempre nel campo della sicurezza». Più cauto era stato il primo cittadino di Sovramonte Federico Dalla Torre. «I contributi (pari a
Sulla carta
Roma ha destinato anche un milione per la copertura del municipio di Auronzo: ma i soldi si aspettano 400mila euro, quelli “ammessi”) ci servivano per la messa in sicurezza di municipio e delle scuole – afferma – ma ci siamo guardati bene dal metterli a bilancio. Avevamo già preso due scottature di seguito con i “6000 Campanili”. La terza volta non ci siamo cascati. Abbiamo capito, d’altra parte, che vengono bastonati sempre i comuni virtuosi. Ma la presa in giro non è stata priva di effetti, perché per cercare di ottenere i fondi abbiamo comunque messo in moto la macchina amministrativa, con una evidente perdita di tempo».
Ammessi anche i contributi per il comune di Val di Zoldo. Mica somme piccole: 2 milioni e 150mila euro.
«Solo che poi in graduatoria siamo finiti in fondo – afferma il sindaco Camillo De Pellegrin – in quanto troppo virtuosi. Sul punto, bisogna fare un paio di considerazioni. Anzitutto, bisogna capire le ragioni del disavanzo dei Comuni in alto in classifica. Questo non significa che non ci siano ragioni. Ma vanno esplorate. In secondo luogo, forse è anche colpa nostra.
In quanto Comuni, dovremmo essere più efficaci, più coesi. Forse anche l’Anci potrebbe fare qualcosa di più. In tutti i casi, nella distribuzione di contributi di questo genere, bisognerebbe scegliere dei criteri diversi. Basta con i meri calcoli numerici. Bisognerebbe fare valutazioni più ampie».