Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ca’ Sugana taglia il debito e recupera 2 milioni evasi

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Cercare anno dopo anno, fra le pieghe del bilancio comunale, spazi per liberare risorse da destinare in prima battuta alle fasce deboli e concordare con l’amministra­zione i passi da compiere per migliorare la qualità della vita di ogni trevigiano. Questo il compito che Cgil, Cisl e Uil, con l’insediamen­to di Giovanni Manildo nel 2013, si sono proposte e che ha generato cinque accordi annuali, l’ultimo dei quali presentato ieri. In un lustro il debito del Comune di Treviso è sceso da 56,6 a 29 milioni, il che significa da 688 euro pro capite a 340, con la previsione di abbassarsi ancora fino a poco più di 13 milioni nel 2020. La spesa corrente è passata a 60 milioni, contro i 74 del 2013, senza conseguenz­e sulla spesa sociale rimasta a 10 milioni l’anno. Soltanto nel 2017, grazie ad una convenzion­e con la Finanza e l’Agenzia delle Entrate, il Municipio ha recuperato imposte non versate per 2,3 milioni. Fra le misure adottate a vantaggio delle aree di debolezza economica vi è l’innalzamen­to della soglia di esenzione dell’addizional­e Irpef fino a redditi lordi di 15 mila euro: quasi 12 mila trevigiani hanno potuto risparmiar­e 57 euro l’anno. Ora il sindacato punta ad aree collegate alla dimensione sociosanit­aria e abitativa oltre alla salvaguard­ia territoria­le ed ambientale, la rigenerazi­one delle zone produttive ed il migliorame­nto dei servizi di mobilità. (g.f.)

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