Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bimba sollevata, la maestra: «Era per proteggerla»
Una bambola di pezza con due code. L’ex maestra d’asilo accusata di maltrattamenti si è presentata in aula chiedendo di usarla per ricostruire l’episodio del 21 gennaio 2016, quando avrebbe preso una bimba per le codine alzandola di un metro e mezzo. Richiesta rigettata. «I bimbi erano nel momento relax – ha detto l’imputata – Alcuni, tra cui una bimba, litigavano e disturbavano. Mi sono inginocchiata per prenderla in braccio. L’ho afferrata per i fianchi. Ma si dimenava e tirava calci. Abbiamo perso l’equilibrio e le ho messo le mani dietro la testa per proteggerla da un termosifone. L’ho alzata di circa 20 centimetri, poi è caduta e ha messo male un piede». Un’altra maestra, che le era stata affiancata dopo le prime lamentele dei genitori, ha riferito di averla vista alzare di un metro e mezzo la bambina. «Se l’è inventato. In quei giorni mi sentivo umiliata, tutti mi controllavano. Lavoravo sotto stress». La nonna della bambina aveva raccontato che la maestra l’aveva chiamata in lacrime chiedendole scusa per aver tirato i capelli della nipote. L’imputata usava un metodo con gettoni in cambio di comportamenti corretti. Raggiunto un certo numero di gettoni si otteneva un premio. Ma c’era anche una punizione: il bambino veniva fatto sedere per riflettere. «Poi gli davo dei buffetti indolori sul viso. Ma non ho mai alzato le mani». (d.p.)