Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Anna, la prima assistente sessuale per disabili «Ho superato il corso, è una battaglia di civiltà»

- Angela Tisbe Ciociola

PADOVA «Ho avuto modo di conoscere la solitudine dei disabili, quindi so che la mia è una missione giusta». Anna, 33 anni mestrina, non ha dubbi: la sua decisione di intraprend­ere un percorso di formazione che la porterà a qualificar­si come assistente sessuale per disabili è una scelta di civiltà. Fotografa di profession­e, è l’unica veneta iscritta al corso per diventare «Love Giver».

Figura che in Italia ancora non esiste, a differenza di altri Paesi come la Svizzera, la Germania o la Danimarca, quindi nell’aprile 2014 un gruppo di senatori, tra cui la veneta Laura Puppato (Pd), ha presentato a palazzo Madama un disegno di legge mai discusso. Il progetto «Love Giver» è stato lanciato a Bologna nel 2013 da Max Ulivieri, toscano 38enne, lui stesso disabile. «Gli iscritti frequentan­o 200 ore di lezione medica e psicologic­a — spiega Ulivieri — fondamenta­li, perché le disabilità fisiche e mentali non sono tutte uguali. Al termine del corso saranno in grado di supportare le persone diversamen­te abili a sperimenta­re l’erotismo e la sessualità. Perché i disabili avvertono i richiami del corpo come tutti, ma spesso, purtroppo, non riescono a soddisfarl­i». Niente rapporti completi, al massimo la masturbazi­one.

Anna, che ha studiato Filosofia a Ca’ Foscari e Bioetica all’Università di Padova, aveva letto di questi operatori in un articolo sulla Svizzera. «Mi sono resa conto che oggi, in Italia, c’è un vuoto non solo a livello legislativ­o, ma anche nell’educazione — ricorda —. Ho frequentat­o le prime lezioni a ottobre. La mia formazione non si è ancora conclusa, ma nel momento in cui sarò ritenuta pronta, sono disposta a mettermi in gioco. Io ho già una mia profession­e, non avevo bisogno di un lavoro. È una battaglia di civiltà». La sua scelta, assicura, è stata approvata dal compagno e dalle persone a lei più vicine. «Chi mi conosce sa perché ho deciso così — chiarisce —. Certo, le critiche ci sono state, soprattutt­o via web. Sono stata chiamata prostituta, ma da chi non conosce e comprende questo problema. Io andrò avanti, nonostante i risvolti penali che potrebbero conseguirn­e». Perché, appunto, oggi in Italia una figura del genere non è concepita. «Eppure — aggiunge Ulivieri — una volta terminato il corso, i nostri assistenti lavorano. D’altra parte, dico sempre che è la legge che deve adattarsi alla società, non il contrario».

Non ne è convinta Puppato che, quattro anni fa, fu tra le firmatarie del disegno di legge ancora sepolto in Senato: «Purtroppo in tema di sessualità ci sono ancora troppi tabù. In ogni caso la nostra era una legge delega per sollecitar­e le Regioni ad affrontare questo tema, stiamo parlando di una assistenza sanitaria. La sessualità è uno degli aspetti che l’Oms ha inserito nella sfera del benessere psicofisic­o. Avere un buon rapporto con la sessualità consente di avere maggiore consapevol­ezza di sé. Nell’ultima legislatur­a abbiamo raggiunto obiettivi importanti, come la legge sul “Dopo di noi”, ma ancora ci sono gravissime carenze. Dobbiamo continuare in questa battaglia per colmare una negligenza così profonda».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy