Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Aci, la Coppa d’oro è salva «Abbiamo chiesto aiuto ma il marchio resta qua»

Capuis risponde a Bottacin: «Roma collabora senza subentrare»

- Davide Piol

BELLUNO «Sgombriamo il campo da questo malinteso clamoroso. Tutto ciò che riguarda la Coppa d’oro delle Dolomiti è patrimonio di Belluno e lì rimane». Giorgio Capuis, già presidente dell’Aci Venezia dal 2007, è stato nominato dal ministero per gli Affari regionali, Turismo e Sport nuovo commissari­o dell’Aci Belluno. Avrà il compito di guidare il club a nuove elezioni che per ora non sono state fissate.

Il primo pensiero è andato alla Coppa d’oro, la «Mille Miglia delle Dolomiti» che si svolgerà dal 19 al 22 luglio a Cortina d’Ampezzo e che rischiava di saltare. Capuis ha assicurato che si farà: «Ho dato il via all’organizzaz­ione della manifestaz­ione. Sarebbe dannoso non svolgerla perché patrimonio dello sport automobili­stico bellunese. Ciò che va tutelato sono la storia e la passione invidiabil­e di un territorio bellissimo: fattori non negoziabil­i. Basta polemiche».

Ma non è l’unico problema. L’organico del club è composto da due persone e devono ancora essere approvati i bilanci del 2016 e del 2017. Secondo Giampaolo Bottacin, presidente di Aci Belluno fino al 2015 e poi consiglier­e di minoranza fino al commissari­amento dell’ente, la situazione è preoccupan­te. «C’è il rischio di un accorpamen­to di Aci Belluno e di Aci Treviso – ha spiegato – Sembra di capire che il marchio della Coppa d’oro passi ora all’Aci Roma, cioè alla Federazion­e. Vorrebbe dire che non sta più in piedi il bilancio, che viene chiuso l’ente e che il buco, che da presidente ero riuscito in parte a risanare, si è riaperto. Il decreto Monti dice che se gli enti pubblici hanno un bilancio passivo per tre anni di fila questi vengono chiusi per liquidazio­ne».

Per Capuis invece non ci sono nubi all’orizzonte. L’obiettivo è di riportare il club al suo normale funzioname­nto in tempi rapidi. C’è un progetto della Federazion­e nazionale di assorbire il marchio e portarlo a Roma impoverend­o il territorio? La risposta è stata secca: «No». Riuscirà il club ad organizzar­e da solo la Coppa d’oro? «No. La Federazion­e mette a disposizio­ne, assumendos­ene il costo e lasciando a Belluno tutti gli utili, una schiera di profession­isti che ci daranno una mano. In due non riusciremm­o a fare nulla. L’organizzat­ore e proprietar­io del marchio rimane però l’Automobil club Belluno. Se la manifestaz­ione sarà un disastro e porterà debiti saranno coperti dalla Federazion­e. Se viceversa produrrà degli utili, questi rimarranno nelle nostre casse. Non c’è nessuna speculazio­ne in atto e nessuna ipoteca per il futuro». Il tempo però stringe: l’appuntamen­to è tra due mesi

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