Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pantere, impresa sfiorata

Final Four A Bucarest, nella semifinale di Champions, l’Imoco parte male ma recupera e al tie break va vicino ad eliminare il Vakif Instanbul. Oggi sarà sfida per il terzo posto

- Matteo Valente

BUCAREST Ci sono serate destinate a entrare nella storia. Altre che resteranno indimentic­abili, ma con il sapore amaro della sconfitta.

È la durissima legge dello sport che nella sua «semplicità» sa essere cinico e spietato e trasformar­e in pochi minuti una notte da sogno in un grande rammarico. Lo sa bene l’Imoco Conegliano la cui favola in Champions League non può essere arricchita dal classico «happy end». Il copione sembrava scritto a perfezione: un avvio difficile e tutto in salita, una gara che sembra già decisa e poi la reazione con la grande rimonta che porta le Pantere a far tremare le gambe alle campioness­e del mondo del Vakifbank Istanbul. Sul 12-9 del quinto e decisivo set, la favola lascia spazio alla realtà: le gambe tremano un po’, la stanchezza inizia a farsi sentire ed ecco la doccia gelata e la sconfitta che fa stringere un nodo in gola. Addirittur­a con la più cinica delle situazioni: una decisione del video check che coglie il tocco di Wolosz a muro sull’attacco turco e chiude 14-16 una semifinale da sconsiglia­re decisament­e ai deboli di cuori. Ci sarebbe da esporre il petto per l’orgoglio di aver sfiorato un’impresa contro una vera e propria corazzata a livello mondiale, ma sotto la rete c’è solo spazio per le lacrime e la sensazione di rammarico destinata a turbare il sonno delle ragazze di Daniele Santarelli.

Gli applausi dei tifosi gialloblù, arrivati in quasi duecento a spingere le proprie beniamine, non possono bastare ma rendono certo meno amaro il risultato di una semifinale che è stata la vera finale di questa Champions League. Imoco e Vakifbank hanno infatti offerto al pubblico della Sala Polivalent­a di Bucarest uno spettacolo d’altissima pallavolo: Zhu e Slojeters da una parte, Fabris e Hill dall’altra sono soltanto le punte di diamante di due squadre che hanno lottato su ogni pallone, sfidandosi colpo su colpo, superando anche le decisioni talvolta incomprens­ibili di una coppia arbitrale decisament­e inadatta a gestire una semifinale di questa portata. Non basta la tecnologia per evitare errori clamorosi che hanno saltare come grilli prima Santarelli e poi Guidetti, entrambi puniti con due cartellini gialli assolutame­nte giustifica­bili. Per fortuna però la classe e il talento delle protagonis­te hanno permesso alla gara di voltare presto pagina: dopo un avvio in equilibrio, il Vakifbank dell’ex Kelsey Robinson (partita in panchina) decolla con i colpi di Zhu e chiude i primi due set con una facilità quasi disarmante.

Dall’altra parte però non c’è la vera Imoco, che si accende nel terzo set: le Pantere iniziano a giocare la propria pallavolo e il Vakifbank non ci capisce più nulla. È uno spettacolo a tinte gialloblù quello che si vede sul teraflex rumeno: 25-17, 25-15 e partita che arriva al tiebreak nell’incertezza generale. Le turche partono forte ma Conegliano mura e ribatte colpo su colpo: i punti di Hill e Melandri dopo il cambio di campo portano l’Imoco sul 12-9 a tre piccoli passi dal traguardo. Ma è soltanto un’illusione, perché la qualificaz­ione alla finale si decide ai vantaggi. Come in Supercoppa, però, l’Imoco non riesce a mostrare l’istinto killer, e Zhu sfonda il muro gialloblù.

È il videocheck a chiudere la sfida, mandando le turche in finale e lasciando all’Imoco la consolazio­ne di potersi giocare oggi contro il Galatasara­y il bronzo europeo. Una medaglia che l’Imoco merita di mettersi al collo e non certo per essere una favola.

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Final Four Non sono bastati all’Imoco di Santarelli i 18 punti di Kimberly Hill e i 28 di una stratosfer­ica Samanta Fabris

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