Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Diritti e cultura, urbanistic­a e viabilità Cos’è stato fatto (e cosa no) in 5 anni

L’amministra­zione Manildo sotto i riflettori: ecco i punti del programma realizzati o meno

- Silvia Madiotto

TREVISO Chiamarlo Fact Checking è più moderno, ma si tratta nei fatti di un controllo sulla veridicità delle affermazio­ni o sul mantenimen­to delle promesse elettorali. In questo caso si parla del sindaco uscente e candidato del centrosini­stra civico Giovanni Manildo.

Nel 2013 la coalizione si chiamava Treviso Bene Comune e aveva scritto un programma valido per le cinque liste in corsa. Il sito internet è sparito ma il testo in qualche cassetto c’è ancora ed è possibile scoprire cosa è stato rispettato, cosa ritardato o non fatto nel primo mandato a Ca’ Sugana.

I traguardi tagliati...

Il capitolo dei diritti è stato interament­e completato: il registro per le unioni civili, le cittadinan­ze civiche onorarie ai bambini nati in Italia, il «Dat» per depositare le dichiarazi­oni anticipate di fine vita. Non solo Treviso l’ha fatto, è stata anche capace di anticipare le leggi nazionali e, nel caso dello Ius Soli, di sostenere una battaglia ancora in corso.

Salta all’occhio anche la promozione turistico-culturale che ha riempito di fermento, iniziative, attività ed eventi il centro storico, mai così vivo come negli ultimi tre anni; anche per le attività commercial­i ci sono stati bandi e iniziative. In ambito culturale, la riorganizz­azione delle raccolte museali trasforman­do il Bailo nel museo di arte moderna di Treviso si è accompagna­ta alle grandi mostre che hanno richiamato centinaia di migliaia di turisti (Escher, Impression­isti, Rodin). I rapporti con l’università sono stati rafforzati. Sullo sviluppo urbano e del territorio sono arrivati il Pat e il Piano degli interventi, strumenti di pianificaz­ione per ridurre le aree edificabil­i e le cubature, con una variante verde per riportare a verde le zone artigianal­i. Ok alla maggiore vivibilità del centro con le zone pedonali e la revisione degli stalli carico-scarico.

Sono stati implementa­ti i rapporti con sindacati e associazio­ni, gli incontri a sostegno delle famiglie e dei giovani, e per la prima volta il capoluogo si è dotato di un dormitorio per i senzatetto che non c’era mai stato.

L’implementa­zione dell’Ufficio Europa e la valorizzaz­ione della figura femminile sono caselle spuntate, così come il collegamen­to on line dei Consigli comunali (anche se nel programma doveva integrare anche le commission­i). La raccolta differenzi­ata spinta è stata avviata; l’intervento sul rischio idrico è arrivato, meno interventi invece sulle fognature. I luoghi dello sport sono cresciuti con interventi struttural­i e c’è un progetto di un palazzetto a Monigo.

... e quelli in alto mare

Ci sono però anche dei punti del programma elettorale che non sono stati (del tutto o in parte) completati: non ci sono la consulta delle associazio­ni e delibere di iniziativa popolare, né difensore civico e referendum cittadino; non c’è l’incubatore di imprese «per supportare idee per lo sviluppo», niente parco tecnologic­o, niente parchi agroalimen­tari. Recupero delle caserme Salsa e De Dominicis, di Scalo Motta e Consorzio agrario non pervenuti (ma è partito il progetto sull’ex caserma Piave-Django che non era nei piani).

La riforma dei mezzi pubblici con bus elettrici in centro è avviata ma non completata. La rivoluzion­e dei parcheggi è fatta sulla carta ma le nuove aree di sosta non arriverann­o prima del 2019. Sullo smog e l’ambiente è stato implementa­to il controllo delle polveri sottili con ordinanze più efficaci e restrittiv­e degli anni precedenti ma non c’è il promesso portale ambiente energia.

Iniziative sul lavoro non risultano: lo sportello anticrisi e l’affidament­o dei terreni pubblici alle cooperativ­e per impiegare giovani e disabili sono in ritardo, così come il registro delle fragilità e il marchio «Solidariet­à di Marca», l’albo dei mediatori socio culturali e la consulta cittadina degli immigrati. Non è ancora partito nemmeno il cohousing per giovani o anziani, non ci sono i micro-nidi nei quartieri e il bando per assegnare case ai giovani si è fermato a tre appartamen­ti.

La città metropolit­ana

E poi la PaTreVe, che era al punto 3 ed è un progetto pluridecen­nale e, ormai, quasi utopico: purtroppo, anche le migliori intenzioni non possono incidere su qualcosa che riguarda altri capoluoghi della regione.

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In naftalina L’ex Concorzio agrario, la cui riqualific­azione non è mai partita
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La folla Una manifestaz­ione in piazza: le iniziative, dal 2013, sono cresciute

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