Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Anziane morte sul ponte Cadore L’incidente causato da una sbandata
Scontro frontale, indagato l’automobilista bellunese. Il dolore per le due vittime cortinesi
BELLUNO Una sbandata e non un sorpasso. Sarebbe questa, secondo la Procura di Belluno, la causa dell’incidente mortale di domenica pomeriggio sul ponte Cadore. Due auto che viaggiavano in senso opposto si sono scontrate provocando la morte di due sorelle di Cortina, Vilma e Rita Alverà di 70 e 77 anni, a bordo di una Peugeot bianca. La famiglia di Domegge – padre, moglie e due bambini piccoli – che viaggiava nell’Audi A4 si è salvata. Sui corpi delle due anziane non verrà eseguita alcuna autopsia. Non ci sono responsabilità da parte loro. È indagato invece per omicidio colposo plurimo il conducente cadorino dell’Audi.
Forse una distrazione, forse la velocità elevata, fatto sta che l’uomo ha perso il controllo dell’auto, sbandando e finendo nell’altra corsia. L’incidente è avvenuto alle 14.30 di domenica. Le due sorelle stavano tornando a casa nella piccola frazione di Grava a Cortina. Erano appena state a Lignano Sabbiadoro ad aprire la casa al mare e pulirla in vista dell’estate. La famiglia di Domegge, invece, si dirigeva verso Belluno.
L’impatto è stato violentissimo. La parte anteriore della Peugeot è andata distrutta. Intervenuti il 118 e i vigili del fuoco. Per Rita e Vilma Alverà ormai non c’era più nulla da fare. I medici ne hanno solo constatato il decesso. Il padre, la moglie e un figlio sono stati portati all’ospedale di Belluno. Mentre l’altro bambino, più grave, è stato elitrasportato a Treviso. Stanno tutti bene e non sono in pericolo di vita. Il ponte Cadore è stato chiuso al traffico per diverse ore e poi riaperto con circolazione a senso unico e deviazione sulla Cavallera. Sul posto anche la polizia stradale e i tecnici Anas.
«Mi dispiace molto – ha commentato il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina – Il paese è piccolo e ci si conosce tutti. Io le vedevo ogni tanto ma non ci avevo mai parlato. Erano molto legate alla parrocchia e aiutavano come volontarie l’associazione Insieme si può». Vilma era stata la storica sacrestana della chiesa della beata vergine di Lourdes a Grava. Un compito che le era stato tramandato dalla madre. In questi giorni l’avrebbe aperta per la recita del rosario, il fioretto mariano, una tradizione consolidata in Cortina d’Ampezzo. Era l’unica delle due ad essersi sposata. In passato aveva lavorato all’ospedale Codivilla-Putti. La sorella, invece, era stata dipendente del laboratorio di maglieria La Milanina e poi della Cooperativa di consumo fino alla pensione.
«Le conoscevo bene – ha raccontato don Ivano, parroco di Cortina – Erano spesso qui con noi. E quasi sempre impegnate in attività caritative. Sono molto affranto. Esprimo la mia vicinanza ad Emilio, il marito di Vilma. I funerali non sono ancora stati fissati. Si saprà qualcosa domani (oggi per chi legge, ndr)».
Solo venerdì si erano svolti i funerali di due giovani di Domegge. Enrico Frescura e Alessandro Marengon, 30 e 28 anni, erano morti il primo maggio mentre cercavano di raggiungere la cima dell’Antelao. Alla fine del canale Oppel erano scivolati e precipitati nel vuoto, fermandosi alcune centinaia di metri più in basso.