Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Anziane morte sul ponte Cadore L’incidente causato da una sbandata

Scontro frontale, indagato l’automobili­sta bellunese. Il dolore per le due vittime cortinesi

- Davide Piol

BELLUNO Una sbandata e non un sorpasso. Sarebbe questa, secondo la Procura di Belluno, la causa dell’incidente mortale di domenica pomeriggio sul ponte Cadore. Due auto che viaggiavan­o in senso opposto si sono scontrate provocando la morte di due sorelle di Cortina, Vilma e Rita Alverà di 70 e 77 anni, a bordo di una Peugeot bianca. La famiglia di Domegge – padre, moglie e due bambini piccoli – che viaggiava nell’Audi A4 si è salvata. Sui corpi delle due anziane non verrà eseguita alcuna autopsia. Non ci sono responsabi­lità da parte loro. È indagato invece per omicidio colposo plurimo il conducente cadorino dell’Audi.

Forse una distrazion­e, forse la velocità elevata, fatto sta che l’uomo ha perso il controllo dell’auto, sbandando e finendo nell’altra corsia. L’incidente è avvenuto alle 14.30 di domenica. Le due sorelle stavano tornando a casa nella piccola frazione di Grava a Cortina. Erano appena state a Lignano Sabbiadoro ad aprire la casa al mare e pulirla in vista dell’estate. La famiglia di Domegge, invece, si dirigeva verso Belluno.

L’impatto è stato violentiss­imo. La parte anteriore della Peugeot è andata distrutta. Intervenut­i il 118 e i vigili del fuoco. Per Rita e Vilma Alverà ormai non c’era più nulla da fare. I medici ne hanno solo constatato il decesso. Il padre, la moglie e un figlio sono stati portati all’ospedale di Belluno. Mentre l’altro bambino, più grave, è stato elitraspor­tato a Treviso. Stanno tutti bene e non sono in pericolo di vita. Il ponte Cadore è stato chiuso al traffico per diverse ore e poi riaperto con circolazio­ne a senso unico e deviazione sulla Cavallera. Sul posto anche la polizia stradale e i tecnici Anas.

«Mi dispiace molto – ha commentato il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina – Il paese è piccolo e ci si conosce tutti. Io le vedevo ogni tanto ma non ci avevo mai parlato. Erano molto legate alla parrocchia e aiutavano come volontarie l’associazio­ne Insieme si può». Vilma era stata la storica sacrestana della chiesa della beata vergine di Lourdes a Grava. Un compito che le era stato tramandato dalla madre. In questi giorni l’avrebbe aperta per la recita del rosario, il fioretto mariano, una tradizione consolidat­a in Cortina d’Ampezzo. Era l’unica delle due ad essersi sposata. In passato aveva lavorato all’ospedale Codivilla-Putti. La sorella, invece, era stata dipendente del laboratori­o di maglieria La Milanina e poi della Cooperativ­a di consumo fino alla pensione.

«Le conoscevo bene – ha raccontato don Ivano, parroco di Cortina – Erano spesso qui con noi. E quasi sempre impegnate in attività caritative. Sono molto affranto. Esprimo la mia vicinanza ad Emilio, il marito di Vilma. I funerali non sono ancora stati fissati. Si saprà qualcosa domani (oggi per chi legge, ndr)».

Solo venerdì si erano svolti i funerali di due giovani di Domegge. Enrico Frescura e Alessandro Marengon, 30 e 28 anni, erano morti il primo maggio mentre cercavano di raggiunger­e la cima dell’Antelao. Alla fine del canale Oppel erano scivolati e precipitat­i nel vuoto, fermandosi alcune centinaia di metri più in basso.

 ?? ?? Domenica L’auto di Vilma e Rita Alverà distrutta dopo lo schianto sul ponte Cadore contro la vettura di una famiglia bellunese
Domenica L’auto di Vilma e Rita Alverà distrutta dopo lo schianto sul ponte Cadore contro la vettura di una famiglia bellunese

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