Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Morto durante il fermo, chiesta l’archiviazi­one. La famiglia: «No»

- M. Cit.

CONEGLIANO A quasi due anni dalla morte, la procura chiede l’archiviazi­one per l’indagine sulla morte di Donald Fombu Mboyo. Ma la f a migli a del 30enne camerunese, deceduto durante un fermo di polizia, si è opposta e ora sarà il gip a decidere se i due poliziotti del commissari­ato di Conegliano, indagati per omicidio colposo, dovranno essere processati.

Fombu, noto nella comunità camerunens­e di Conegliano come Baba Jà, è morto il 6 giugno 2016 mentre due agenti cercavano di ammanettar­lo dopo un breve inseguimen­to, seguito a un pomeriggio passato urlare a causa dell’alcol e della droga ingeriti (come hanno confermato gli esami tossicolog­ici). Durante il fermo, però, improvvisa­mente il 30enne aveva smesso di muoversi, stroncato, come accertato dall’autopsia, da un a r re s to ca rd i o c i rco l a to r i o acuto e terminale. E secondo la procura, a provocarlo sarebbe stato lo stress della fuga dagli agenti e il suo stato di alterazion­e psicofisic­a. Sul suo corpo, inoltre, la Tac non ha riscontrat­o lesioni. Ma la famiglia è di altro avviso e con l’avvocato Aurora D’Agostino ha presentato istanza di opposizion­e. Tre gli elementi che i familiari chiedono di approfondi­re: durante l’autopsia il loro consulente avrebbe rilevato nei polmoni di Donald alcune petecchie, segno di asfissia. La fuga del 30enne, inoltre, secondo i testimoni sarebbe stata di appena pochi metri, e quindi non tale da provocare un arresto cardiaco. Il terzo elemento, riguarda una ferita che era sul corpo di uno dei poliziotti indagati: « Un mor s o al fianco, che Fombu gli avrebbe dato mentre era schiena a terra e che p ot re b b e significar­e che l’agente gli stava addosso».

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