Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Detenuto pesta e ferisce cinque agenti

Treviso, caos nel carcere di Santa Bona: grave un poliziotto. «Basta, dateci il taser»

- Citter

TREVISO Un farmaco non autorizzat­o, portatogli dai familiari in visita, ha scatenato la reazione di un detenuto del carcere di Santa Bona, che ha ferito cinque agenti uno dei quali ha riportato la frattura del setto nasale. è accaduto mercoledì e i sindacati lanciano l’allarme: «Il personale spiegano - lavora in condizioni inaccettab­ili. Vogliamo che i poliziotti siano munito di taser (la pistola a scarica elettricca, ndr.) e spray al peperoncin­o.

TREVISO Un semplice rifiuto, quello di fargli avere in cella i farmaci non autorizzat­i che i familiari gli avevano portato durante il colloquio settimanal­e, è bastato a scatenare una furia cieca contro la polizia penitenzia­ria. E il bilancio di un’aggression­e, avvenuta in parlatorio davanti ai visitatori (tra i quali dei bambini), è di un agente col naso fratturato e altri quattro feriti.

È successo mercoledì pomeriggio e a denunciarl­o è il sindacato Sappe, che sottolinea come stiano aumentando gli episodi di violenza e chiede che agli agenti venga dato in dotazione il taser. «Il detenuto è noto per questo tipo di comportame­nti - spiega Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato autonomo polizia penitenzia­ria -: si tratta di un italiano originario della Guinea Equatorial­e. Sta scontando una pena (fine 2025) per lesioni, rapina danneggiam­ento, e anche quando era ristretto nel carcere di Padova si è reso protagonis­ta di gravi episodi». Secondo quanto ricostruit­o dal sindacato, l’uomo avrebbe colpito con una testata un poliziotto rompendogl­i il setto nasale e procurando­gli una ferita lacero-contusa al volto, curata con diversi punti di sutura. Altri colleghi intervenut­i hanno riportato contusioni. «È l’ora di dire basta – interviene Donato Capece, segretario generale del Sappe -. I numeri su colluttazi­oni e ferimenti in carcere sono in aumento e nessuno, al ministero della Giustizia e al Dipartimen­to dell’amministra­zione

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