Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Provincia, spopolamento-sprint ma adesso aumentano i redditi
Dati presentati dalla Cisl al bilancio sulla «contrattazione sociale» con i Comuni
BELLUNO Calano gli abitanti della provincia, ma aumentano i redditi. Un quadro economico–sociale a due facce quello presentato dalla Cisl BellunoTreviso al termine dei sette mesi di «contrattazione sociale» portata avanti (in accordo con la federazione dei pensionati Cisl-Fnp e gli altri sindacati) con 52 amministrazioni comunali bellunesi.
Da un lato, allarmante il fenomeno dello spopolamento: dal 2011 ad oggi la provincia di Belluno ha perso 6.287 abitanti, 1.800 ogni 2 anni. Oggi sono 204.356, erano 210.643 sette anni fa. A questo si aggiunge l’abbandono delle «terre alte» a favore delle zone più servite: l’unica area che aumenta il numero di abitanti è la Valbelluna, dove già risiedono i 2/3 dei bellunesi.
Al contrario, i numeri certificano un drammatico esodo dalla Val di Zoldo, dal Cadore, dal Comelico e dall’Agordino, dove il calo avvicina o supera la doppia cifra. Calano anche gli immigrati: dai 12.956 al gennaio 2016 sono ora 12.143, il 5,9% della popolazione.
Dai numeri però si scopre anche che la ripresa economica comincia a dare frutti. Le analisi della Cisl mostrano che i redditi medi sono in aumento: l’imponibile medio del 2017 è di 20.118 euro all’anno, contro i 19.936 del 2016, 182 euro lordi all’anno in più, 11,2 euro netti al mese.
Poca cosa, si dirà, ma è un segnale che il segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso, Rudi Roffarè, legge in maniera positiva. «Il trend è in aumento dal 2014 ad oggi — analizza Roffarè — e lo si vede anche nelle pensioni, aumentate di 370 euro lordi e sui lavoratori autonomi, che nel 2018 hanno avuto un reddito imponibile medio di 43.320 euro, contro i 38.855 del 2016».
In lieve calo invece i redditi da lavoro dipendente, oggi a quota 20.793 euro, mentre erano 20.929 nel 2016. Ma anche questo numero, per Roffarè ha una lettura positiva: «Per noi questo lieve calo è dovuto al fatto che le aziende hanno assunto di più, senza ricorrere in modo massiccio agli straordinari».
In un quadro così variegato e complesso, la «contrattazione sociale» che la Cisl ha intavolato con i Comuni si è incentrata soprattutto su fiscalità, sostegno alle famiglie e aiuti per le fasce più deboli della popolazione. «Abbiamo ragionato su come affrontare il problema dello spopolamento e i continui tagli statali — ha concluso il sindacalista — Ai Comuni chiediamo di aderire alla proposta del fondo strategico che stiamo elaborando con la Provincia e che servirà a finanziare attività di supporto ai giovani, anche in coppia e agli anziani».