Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’attesa sui binari «Stavolta è colpa dei comunisti»

- Davide Orsato

VERONA «Saranno i tedeschi… gli schuetzen». «No, stavolta c’è la mano dei comunisti». Alla stazione di Porta Nuova scatta il totoeversi­one. La notizia arriva attorno alle 10.30. Fino a quell’ora le Penne Nere, prive di qualsiasi informazio­ne, eccezion fatta per i tabelloni degli orari, davano la colpa «alla solita Trenitalia». Invece, dietro ai ritardi sulla linea del Brennero, c’era l’ignota mano di un sabotatore, che probabilme­nte ha agito per complicare la vita agli alpini che stanno raggiungen­do Trento per l’Adunata nazionale, il cui clou sarà domenica. Poi, dalle Ferrovie arriva la precisazio­ne sulla causa dei guasti.

A quell’ora, il principale scalo veronese è pieno di ex militari. Pochi di loro vengono dal Veneto: i gruppi locali, infatti, hanno preferito organizzar­e pullman e «macchinate», vista la relativa vicinanza della meta. C’è anche chi è andato a piedi, sezioni veronesi e vicentine, affrontand­o la neve oltre quota duemila (la situazione peggiore l’hanno trovata quanti hanno valicato il Carega). Con il treno arrivano da più lontano: Porta Nuova è la stazione di scambio. La reazione è composta ma su molti visi bonari appaiono smorfie seccate. A domanda diretta non raccolgono la provocazio­ne. «Cosa vuoi, son fatti così - dice un alpino di Novara - sapevamo che lì ci avrebbero fatto problemi». Chi, per che motivo? Gli indiziati sono, per l’appunto, due. Gli alpini più giovani hanno quasi tutti visto sul web, gli striscioni appesi nei pressi dell’università: «Una faccia da fiumi di vino, un cappello da lago di sangue». «È vero, è sempre una grande festa - dice Roberto, da Varese - e come vuole tradizione ci si versa qualche bicchiere: ma nessuno esagera e sappiamo essere serissimi». Andrea Metelli, da Brescia, 26 anni: «Anche a Bolzano è stato così. Ma questa volta penso siano stati gli anarchici, non i sudtiroles­i. Noi facciamo buon viso a cattiva sorte, siamo abituati a sopportare».

La seccatura maggiore, per molti, è quella di dover attendere il prossimo treno, spesso già pieno zeppo di viaggiator­i. Qualcuno ha «riparato» sull’Obb, la compagnia statale austriaca. «Ma ne hanno approfitta­to - denuncia qualcuno - hanno alzato il prezzo fino a Trento da 9,90 euro, la somma a cui venivano venduti fino a stamattina, a 18 euro». A Trento il clima è completame­nte diverso. «In molti non sanno nemmeno cos’è successo - afferma Davide Favetta, uno dei coordinato­re dei gruppi veneti - qui sono stati informati solo “gli addetti ai lavori”. È un episodio su cui occorre sicurament­e indagare, ma noi ci sentiamo sicuri. E domenica ci sarà anche il presidente Mattarella. I livelli di sicurezza saranno molti alti».

Il gesto è stato definito come «demenziale» da Luciano Bertagnoli, presidente della sezione di Verona. «Queste provocazio­ni non ci scalfiscon­o, siamo sereni e gioiosi».

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