Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Case di riposo Perquisita la ladra

- D. P.

BELLUNO Aveva cercato di rubare una collana d’oro a un’anziana della Casa di riposo a Longarone, per lei è scattata la perquisizi­one. Giovedì i carabinier­i di Belluno hanno fatto visita alla 68enne residente in Alpago indagata per tentato furto aggravato. Sembra che la donna girasse per le Case di riposo fingendosi una parente degli ospiti per rubare gioielli mentre li abbracciav­a. Il 14 marzo scorso era andata in quella di Longarone. Una volta dentro aveva puntato un’anziana di 86 anni. Le due non si erano mai viste. Durante l’abbraccio aveva cercato di sfilarle la catenella d’oro che portava al collo. L’anziana si era divincolat­a costringen­do la donna ad allontanar­si. A casa della 68enne non sono stati trovati gioielli, ma una giacca molto simile a quella descritta dagli ospiti della Casa di riposo che avevano visto la donna scappare. Rimane lei, quindi, la principale indagata.

«Non abbiamo rilevato negligenza o trascurate­zza nel comportame­nto dei medici». L’ultima parola l’hanno data i consulenti del giudice che non hanno riscontrat­o un rapporto causale o con-causale tra la morte del paziente Alberto Giacobbi, 76 anni e le azioni degli imputati, i medici Roberta Da Re, Daniele De Vido, Paolo Nai Fovino e Federica Vascellari, accusati di omicidio colposo. L’uomo era morto il 9 maggio 2014 all’ospedale di Pieve di Cadore dopo uno scambio di provette da cui era derivato un dosaggio sbagliato di un anti-coagulante. I periti hanno confermato come l’emorragia cerebrale che aveva portato alla morte dell’uomo era stata causata dal dosaggio del farmaco. I medici avevano però basato la terapia su delle analisi del sangue che non avevano svolto loro. Era indagata anche un’infermiera di Pieve di Cadore, ma la sua posizione era stata archiviata dalla Procura. Processo rinviato al 5 ottobre per la discussion­e.

Condannato invece a 10 mesi di reclusione e al risarcimen­to di 3.500 euro lo stalker bellunese che il 9 gennaio scorso, dopo che l’ex fidanzata gli aveva negato un riavvicina­mento, aveva tentato di suicidarsi nel Piave. Il 54enne era stato salvato da un carabinier­e fuori servizio. Qualche giorno dopo la donna, una bellunese di 46 anni, aveva trovato la forza di denunciarl­o ai carabinier­i svelando un passato di telefonate, appostamen­ti e insulti. La Procura aveva così aperto le indagini. I due si erano conosciuti l’anno scorso grazie allo sport. In autunno la storia era finita. L’uomo non si era rassegnato e aveva cominciato a pedinarla, chiamarla e inviarle centinaia di messaggi.

In Tribunale Anziano morto all’ospedale di Pieve, per i periti del giudice medici innocenti

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