Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Getta la figlia dalla finestra: arrestata
MOGLIANO, NEL GIORNO DELLA FESTA DELLA MAMMA
MOGLIANO (TREVISO) La tragedia è accaduta proprio nel giorno della «Festa della mamma». Verso le 13, dal terrazzo del secondo piano della palazzina
(in foto), una bimba di tre anni è volata giù. La piccola, ricoverata domenica al Ca’ Foncello, è in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. Subito gli inquirenti non hanno trovato convincente l’ipotesi di un incidente. E la madre è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio. La madre avrebbe poi raccontato di aver «sentito» una voce dentro che la incitava a buttare giù la figlia dalla finestra. La donna, che avrebbe problemi di natura psichica, ha confessato dopo un lungo interrogatorio durato un intero pomeriggio.
MOGLIANO VENETO (TREVISO) Domenica era la festa della mamma. Una giornata da trascorrere tra regalini, poesie e tante coccole. Ma nella testa di una mamma di 40 anni di Mogliano Veneto nel Trevigiano, domenica non c’era spazio per la gioia e per gli abbracci alla sua piccola di nemmeno 3 anni. Quel giorno, nella sua testa c’erano solo brutti pensieri. E voci che hanno offuscato l’amore per la sua bimba e la lucidità di una donna che a quell’esserino, ancora così piccolo e fragile, ha dato la vita. Per questo domenica stava per darle la morte.
Perché quelle voci, nella sua testa, le dicevano «Buttala giù». E lei l’ha fatto. Ha preso la sua bimba tra le braccia, è andata sul terrazzo di casa e l’ha scaraventata giù dal secondo piano. E’ stata lei stessa a confessarlo, ai carabinieri e al magistrato di turno Massimo Zampicinini, che l’hanno interrogata fino a notte fonda. Perché fin da subito è stato chiaro che il volo della piccola da quel terrazzo non poteva essere un incidente. E la donna, profondamente provata, avrebbe ammesso: «L’ho buttata io. L’ho fatto perché me l’hanno detto le voci». Per questo da domenica notte la 40enne si trova reclusa nel carcere femminile della Giudecca a Venezia, accusata di tentato omicidio aggravato dal vincolo di parentela. Quel vincolo supremo, tra una madre e un figlio, che lei ha violato in preda a un raptus, a causa di un disturbo psichico per il quale sarebbe in cura. Tanto che il magistrato, insieme alla richiesta di convalida dell’arresto, ha presentato al gip anche la richiesta di un incidente probatorio per valutare le condizioni psicologiche della mamma.
Un dramma familiare, che per un soffio non è diventato tragedia. La bimba, infatti, si è salvata. Ma per ore, domenica, si è temuto per la sua vita. Erano da poco passate le 13 nell’elegante palazzina di un quartiere residenziale della città. I condomini erano dentro i loro appartamenti, alle prese con il pranzo. Così come la 40enne, il marito e la loro unica figlia. Nessun rumore particolare, nessun urlo ad annunciare quello che sarebbe accaduto poco dopo.
Solo la sagoma di qualcosa che cadeva dall’alto, che ha attirato lo sguardo del vicino di casa, che vive nell’appartamento sotto la famiglia, e il guaito del suo cane. E’ uscito in terrazza a controllare, si è sporto e gli si è gelato il sangue. «La piccola era cosciente e si muoveva, piangeva e chiamava il papà» ha riferito ai carabinieri di Treviso. La bambina ha fatto un volo di circa sei metri, atterrando sull’erba del giardino che ha attutito l’impatto. Pochi centimetri più in là e avrebbe sbattuto sul cemento. E’ stato lo stesso vicino a chiamare il Suem 118 mentre i genitori disperati correvano dalla figlia. Anche la mamma che, agitata e sconvolta, non riusciva a darsi pace. Sono arrivati i soccorritori e la bimba è stata trasferita in eliambulanza in ospedale a Treviso. Le prime ore sono state critiche. Ma già ieri la piccola, ricoverata nel reparto di chirurgia pediatrica, è stata dichiarata fuori pericolo, anche se i medici si sono riservati la prognosi. E mentre lei veniva curata in ospedale, a casa procedevano i rilievi dei carabinieri coordinati dal maggiore Stefano Mazzanti, che rapidamente hanno capito di trovarsi davanti a qualcosa di diverso da un incidente. La conformazione del terrazzino, munito anche di una rete di protezione, l’altezza del parapetto e quella della bimba. Nulla coincideva con l’ipotesi che la piccola potesse aver scavalcato la recinzione ed essere caduta accidentalmente. Per questo la mamma è stata portata nella caserma dei carabinieri di Mogliano Veneto, dove, assistita dal suo avvocato Gianfranco Zanin, è stata sentita per ore dai carabinieri e dal magistrato. E alla fine avrebbe ammesso di essere stata lei a lanciare la figlia dal terrazzo, preda di un raptus di follia, indotta a farlo dalle voci che le assillavano la mente. Uno stato di confusione e disagio che ha convinto la procura a chiedere subito un incidente probatorio per valutarne le condizioni psicologiche.