Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’isola si finge serena ma c’è chi ammette «Qui è come Napoli»

- Gloria Bertasi

VENEZIA «Qui è l’impero del nero», sussurra un commesso, attento a non farsi sentire dai colleghi. «Nessuno parlerà, se ne accorgerà da sola», si congeda sgattaiola­ndo in vetreria. Erano passate da poco le 14 di ieri e la Guardia di finanza aveva appena finito di illustrare l’inchiesta «Vetro nero», che ha portato alla luce un giro d’affari milionario ignoto al fisco, ma sull’isola sembrava che il tempo si fosse fermato nel via vai di turisti, taxi e vaporetti.

A sorpresa, ieri, nessuno parlava delle denunce ai danni di otto aziende di Murano. «Stiamo lavorando», la risposta più comune nelle sale del vetro, dal sapore di porta sbattuta in faccia. Come sempre, anche ieri, all’imbarcader­o «Colonna», quello più vicino alle vetrerie, dai vaporetti scendevano decine di turisti, quasi tutti stranieri. Ad accoglierl­i gli intrometti­tori: «Want to buy Murano glass? Go to the left» (Vuoi comprare vetro di Murano? A sinistra), ripetevano i due battitori. «A sinistra», con le spalle al pontile, c’è fondamenta Serenella, dove si possono acquistare le produzioni del rinomato Seguso, ad esempio, ma anche di Vivarini, finito nella lista degli indagati. «Non sappiamo nulla - tagliano corto i dipendenti - Non ci risulta alcuna inchiesta della finanza». Nemmeno la notizia fedelmente riportata dalla stampa online, scuce le bocche. «Chissà se è vero, noi qui non abbiamo visto nulla», fa spallucce un lavoratore di Cam vetri d’arte, finito nell’occhio del ciclone di «Vetro nero». Tutt’attorno, sfrecciano i taxi, carichi di turisti desiderosi di tornare a casa con un’opera, magari pezzo unico, in vetro di Murano. «Adesso capisco perché questa mattina (ieri, ndr) c’era pieno di finanzieri», dice un’addetta alle pulizie di un bar. «Murano è così, terra di nessuno - si sfoga Michele Pettenò, segretario Filctem Vetro (Cgil Venezia) - Tutti sanno quello che succede sull’isola, eppure nessuno parla, Murano va “istituzion­alizzata”, servono cioè controlli e, soprattutt­o, cultura della legalità, Murano è come Napoli, con tutto il rispetto che ho per il capoluogo partenopeo».

Da anni, le vetrerie sono in crisi, molte hanno chiuso i battenti e lasciato a casa i dipendenti: troppo alti i costi di produzione sull’isola. «La crisi c’è e soffre specialmen­te chi rispetta le regole - sottolinea Pettenò - La verità è che chi ha una sala di vendita ce la fa, le fornaci che non ce l’hanno, sono costrette a svendere i prodotti». Il sindacalis­ta proporrà la sottoscriz­ione di un «Accordo sulla legalità» ma non solo: «Dovremo indire una manifestaz­ione conclude - Noi difendiamo il lavoro onesto, sosteniamo il vetro di Murano in ogni sede possibile, abbiamo chiesto lo stato di crisi, tutele per il vetro artistico, di contro quando denunciamo situazioni illecite subiamo critiche». Commenta, invece, Confindust­ria: «Abbiamo piena fiducia nel lavoro della Magistratu­ra e della Guardia di Finanza; tutto ciò che va nella direzione della legalità non può che trovarci convinti sostenitor­i».

 Pettenò (Filctem Cgil) Murano è così, terra di nessuno. Tutti sanno quello che succede sull’isola, eppure nessuno parla, servono più controlli

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