Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Violentò ragazzino dopo la gita al Santo indagato educatore

- Roberta Polese

PADOVA La violenza è avvenuta nel 2007, durante un pellegrina­ggio religioso. Un bambino di 12 anni è stato violentato da un parrocchia­no in una gita turistica alla Basilica di Sant’Antonio. Ormai cresciuta, la vittima ha trovato solo dopo molto tempo il coraggio di denunciare un 60enne. Tutto era avvenuto in primavera, una comitiva di Torino era uscita dalla basilica dopo la visita guidata ed era andata in un parco vicino per il pranzo al sacco. E’ lì che il parrocchia­no, pensionato, sposato, con figli e organizzat­ore del viaggio, ha approfitta­to del ragazzino in un momento in cui due erano soli: gli ha imposto di masturbarl­o. A questo fatto ne sono seguiti altri, in altri viaggi. Molti gli atti di violenza subiti dal ragazzino, costretto anche, in un caso, a un rapporto sessuale completo.

Le indagini iniziate a Torino sono state trasferite a Padova, dove si è consumato il primo reato: il processo al 60enne torinese, il cui nome è tenuto sotto stretto riserbo dalla Procura, verrà celebrato a Padova il 6 giugno. Sarà sentita anche la vittima, che oggi ha 23 anni. Il suo lungo racconto, reso al commissari­ato di Torino, è una lenta rievocazio­ne dolorosa del male subìto in silenzio e che ha nascosto anche alla mamma, spesso presente alle gite. Il parrocchia­no accusato era il leader del gruppo, estroverso, molto attivo in parrocchia: organizzav­a viaggi a Lourdes e in altre località. Il ragazzo racconta che era lui a prenotare i pullman e spesso anche gli alloggi per dormire, era molto amico della mamma, e il giovane adolescent­e si fidava di quell’uomo, come i suoi genitori.

Ed è giocando su quella fiducia che il parrocchia­no ha puntato: la violenza a Padova è la prima che il ragazzino ricorda, senza però farne parola con nessuno. Troppo giovane per opporsi, troppo piccolo anche per spiegare alla madre, molto religiosa, che in gita con quell’uomo non ci vuole più andare. Lei, all’oscuro di tutto, lo porta con sé altre volte. In una gita successiva a quella di Padova, a Carmagnola, appena fuori da Torino, il ragazzino resta solo con lui in una struttura gestita da suore: la mamma è impegnata in una visita guidata con la moglie del parrocchia­no, il ragazzino resta in balia del 60enne. In una delle stanze lui lo costringe ad un rapporto completo. La vittima è sotto choc. Riesce a imporre la sua volontà alla mamma: non vuole più andare in gita con quell’uomo. Solo in un momento successivo le racconta quello che accadeva quando lei si distraeva qualche minuto.

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