Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La crociata dei sindaci «Lo Stato ha perso, ci rimborsi 50 milioni»

Versamenti non dovuti, scatta un altro ricorso al Tar Appello bipartisan: «Il nuovo governo sblocchi tutto»

- di Silvia Madiotto

TREVISO Erano 44 e adesso sono 50 i sindaci trevigiani che fanno ricorso allo Stato per essere risarciti dei soldi versati nel Fondo di Solidariet­à: l’associazio­ne Comuni della Marca ieri ha presentato non solo la diffida per il pagamento del precedente ricorso relativo al 2015, ma anche un secondo passo per il 2018. Una battaglia collettiva per «rimettere sui binari della legittimit­à costituzio­nale i provvedime­nti in materia di finanza locale» sintetizza la presidente Maria Rosa Barazza. Ma oggi che si profila un nuovo governo nazionale l’appello è proprio al futuro presidente del Consiglio. «Nel Contratto di governo di Lega e 5 Stelle non c’è alcun riferiment­o ai Comuni o al federalism­o – sottolinea – e mi sembra molto grave. Riteniamo che sia una battaglia fondamenta­le che ha già ottenuto un riconoscim­ento con la sentenza per il nostro ricorso, restituend­o alle amministra­zioni un’autonomia nella gestione delle finanze che ora è stata tolta».

Occasione irripetibi­le, questa del governo giallo-verde, che i sindaci vogliono cogliere. «È fondamenta­le capire che il Paese si riforma riconoscen­do le diversità, le fonti di ricchezza, il federalism­o fiscale e l’autonomia» afferma Marzio Favero, sindaco di Montebellu­na, fra i primi ad avviare il tavolo per l’azione legale nel 2014, «è un percorso da rappresent­are al nuovo parlamento, a prescinder­e dal colore politico».

E infatti accanto al leghista Favero c’è il Dem Silvano Piazza, vicesindac­o (ed ex sindaco per dieci anni) a Silea: «Abbiamo vinto il primo ricorso solo per noi, non per tutti, ma molti altri Comuni sono in saldo negativo. Dobbiamo continuare».

Assistiti dal professore e avvocato Luca Antonini, i 50 Comuni hanno presentato due atti. Il primo: le diffide inviate a Roma per dare attuazione a quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di stato lo scorso aprile, confermand­o la sentenza del Tar del Lazio del 2017 che riconoscev­a a 44 Comuni trevigiani ricorrenti a vedersi restituire le somme a credito del Fondo di Solidariet­à 2015, 24 milioni di euro complessiv­amente. La vittoria è servita a raccoglier­e adesioni e quindi il secondo atto: un nuovo ricorso per il Fondo di Solidariet­à 2018, altri 26 milioni; in questo caso si sono aggiunte nove amministra­zioni (alcune hanno dovuto rinunciare) fra le quali Vittorio Veneto, Casier e Mogliano. Molto centrosini­stra e molta Lega. Il capofila è Conegliano: «La situazione è inaccettab­ile, per noi amministra­tori e per i nostri cittadini – afferma il sindaco Fabio Chies -. Viene compromess­a la capacità di elaborare il bilancio comunale nei tempi previsti. Con i trasferime­nti già ridotti all’osso, la beffa di ulteriori tagli è inaccettab­ile. Siamo decisi, è una battaglia di legalità e senso di responsabi­lità. Lo Stato ci deve più rispetto».

Conegliano e Castelfran­co chiedono la restituzio­ne di oltre 3 milioni ciascuno per il 2018, due milioni e mezzo a Montebellu­na, più di uno per Asolo, Oderzo, Villorba e Vittorio Veneto, per un totale di 25 milioni e 999 mila euro. Con i Comuni che diventano, per dirla come Antonini, «invalidi di diritto privato, questa è una battaglia epocale, di civiltà giuridica».

I tempi per il riconoscim­ento del ristoro? «Non saranno lunghi, porteremo a casa quei soldi – assicura, determinat­a, Barazza -. Abbiamo un titolo da far falere, la sentenza va eseguita, lo Stato deve dare buon esempio». Un messaggio diretto (anche) al nuovo inquilino di Palazzo Chigi.

 Barazza Roma deve dare l’esempio, porteremo a casa quei soldi

Favero La fiscalità locale non dovrà essere ignorata dal governo

Piazza Abbiamo vinto il primo ricorso per tutti i nostri Comuni

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Determinat­i Maria Rosa Barazza (al centro) insieme agli altri sindaci trevigiani decisi a farsi rimborsare il versato

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