Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Losappio gela i leghisti: «Nessun patto con Conte, al ballottaggio liberi tutti»
Il candidato del M5s: «A Roma c’è un contratto, qui siamo distanti»
TREVISO Siccome Treviso non è Roma e il Comune non è il Parlamento, i grillini alle amministrative non hanno intenzione di stringere accordi con il Carroccio, come invece ha fatto il capo politico Luigi Di Maio. I leghisti trevigiani si aspettano, alla luce dell’accordo di governo con il M5s a livello nazionale, di avere un appoggio esterno in caso di ballottaggio (alle politiche di marzo i pentastellati avevano preso 9mila voti e fanno gola). Ma dal candidato sindaco Domenico Losappio arriva un netto freno: «Nessun patto al ballottaggio, siamo distanti da chi ha amministrato la città in passato».
Losappio, a livello nazionale il M5s è pronto a governare con la Lega, Di Maio dice che su molti temi c’è condivisione. A Treviso, invece?
«Partiamo da un presupposto: la legge elettorale è stata fatta contro il M5s, per impedire che potesse governare. Di fronte a questo, la scelta fatta da Di Maio va nell’interesse del Paese. È un contratto, non un’alleanza, che si basa su punti ed elementi molto precisi, pubblici e conosciuti da tutti. Bene, a livello locale non cambia nulla rispetto al passato. Su molti argomenti ci sono visioni molto diverse».
In queste settimane di campagna elettorale ha spesso criticato le politiche amministrative leghiste e l’ex sindaco Giancarlo Gentilini.
«Mi sembra sotto gli occhi di tutti. Il mio augurio è che chiunque vinca guardi al futuro e non al passato, non a chi ha governato per un ventennio lasciando a Treviso i segni di scelte politiche e urbanistiche discutibili come l’Appiani, che ha svuotato il centro storico. O con uscite e dichiarazioni, come nel caso di Gentilini, che hanno fatto molto male all’immagine della città. È una figura ormai passata, tornare indietro non è auspicabile. L’Appiani è lì e oggi chi ha creato quel problema arriva con le ricette per curarlo. È ancora credibile?».
Ma una vicinanza con la Lega, c’è?
«Ci sono alcuni temi cittadini sui quali tutti e sei i candidati concordano, cambiano le strategie che sono simili o opposte. Vedo molta distanza, con la Lega, soprattutto sui temi della grande viabilità e dell’ambiente. Noi siamo contrari al Terraglio Est e al Quarto lotto della tangenziale, crediamo in una Treviso differente.
Continuo a chiedermi come possa, la Lega, sbandierare la parola ambiente quando le soluzioni sono sempre nell’ottica della cementificazione, di creare strade sempre e comunque».
Vi sentite più vicini al centrodestra di Mario Conte o al centrosinistra di Giovanni Manildo?
«Noi parliamo di temi, non di nomi. Ci interessano le proposte e gli argomenti. Qualcosa dei loro programmi mi piace, altro no. Ma non parlerei di vicinanza».
Una domanda che gira parecchio: cosa farete all’eventuale ballottaggio fra Conte e Manildo?
«Intanto spero di andarci io, al ballottaggio. Ma se così non fosse non ci sarà alcun accordo. Gli elettori che scelgono il M5s saranno liberi di decidere».
A Vicenza non ci sarà il simbolo del M5s, qualcuno sussurra sia un patto di non belligeranza con la Lega. Ha sentito qualche attivista?
«So solo quello che ho letto sulla stampa, ci sono tante cose da fare in queste settimane. Mi pare però che nemmeno loro, a Vicenza, abbiano ben capito cos’è successo».
Verrà qualche big a sostenere la vostra campagna elettorale?
«Qualcuno è già venuto, i parlamentari D’Incà, Spessotto e Morra».
E Di Maio?
«Credo che in questi giorni sia già abbastanza impegnato».