Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Digitalizzazione? È la vera priorità»
Il sindaco di Trento riflette sull’automazione «Cambierà profondamente l’impiego Ma il valore umano non scomparirà»
Risorsa importante, ma anche barriera potenzialmente invalicabile: le tecnologie possono migliorare la nostra vita, a patto che le trasformazioni che portano con sé non le si subisca. È questo il pensiero del sindaco di Trento Alessandro Andreatta alla vigilia della tredicesima edizione del Festival dell’economia che il capoluogo si prepara a ospitare.
Sindaco Andreatta, quest’anno la kermesse arancione affronterà il tema della complessa manovra a incastro, ancora da pianificare, tra capitale umano e intelligenza artificiale, e quindi tra lavoro e tecnologia. Cosa si aspetta da questa edizione?
«Il tema è di grande attualità, stiamo parlando di un presente che è già qui e che ci interpella. Per quanto mi riguarda, non credo che automazione significhi per forza fine del lavoro che di certo, però, è destinato a cambiare in modo profondo. Sta a noi affrontare il mutamento, investendo nella formazione di nuove figure professionali, ma anche definendo nuove regole, studiando una tassazione diversa, che impedisca la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Da questa edizione del Festival mi aspetto non solo spunti di riflessione, ma anche qualche indicazione operativa».
Si parlerà anche di come le tecnologie possano migliorare la nostra vita in città, argomento particolarmente caro a Trento che su questo ha investito fino a diventare una smart city: quali problemi di gestione comportano per le amministrazioni locali?
«Le tecnologie sono una risorsa ma anche una barriera. Se si trasferisce un servizio su una piattaforma digitale occorre fare attenzione: il sistema deve essere intuitivo, altrimenti si complica la vita ai cittadini invece di semplificarla. Ci si deve preoccupare, inoltre, anche degli analfabeti informatici, degli anziani, delle persone che non possiedono uno smartphone o un computer. Per questo l’amministrazione comunale deve avanzare con circospezione e soprattutto deve evitare, in questa fase di transizione, che gli adempimenti per i cittadini aumentino invece di diminuire».
Il dibattito su quali siano gli impatti dei cambiamenti tecnologici sulle performance produttive di città e regioni è in continua evoluzione: quali sono secondo lei le sfide che i territori e le loro istituzioni devono affrontare per rispondere al meglio agli effetti di questi sviluppi?
«Se le trasformazioni tecnologiche non le si subisce, gli effetti sono soprattutto positivi. Basti pensare a cosa è accaduto in Estonia, diventata uno Stato digitale dove potenzialmente, a parte sposarsi, divorziare o comprare casa, si fa tutto online, dall’acquistare un’auto all’aprire un’impresa, dalla dichiarazione dei redditi al voto: ha risparmiato una cifra corrispondente al 2% del Pil nazionale. Secondo Diego Piacentini, commissario straordinario per l’Agenda digitale, se l’Italia con la digitalizzazione facesse lo stesso, accantonerebbe 36 miliardi di euro l’anno. Si tratta di una cifra enorme, che dà l’idea di quale sia la posta in gioco e che induce anche a dire che la digitalizzazione dovrebbe essere in cima al programma di ogni forza politica che aspiri al governo di questo Paese».
Le nuove tecnologie stanno cambiando anche il modo di lavorare del Comune di Trento?
«Sicuramente. Ormai quasi ogni nostro ufficio ha un suo sportello online: si tratti di servizi per l’infanzia, funerari o edilizi, oggi è possibile sbrigare molte pratiche da casa, davanti al computer. È cambiato, di conseguenza, il lavoro del dipendente comunale perché molti adempimenti cartacei sono diventati digitali e la richiesta allo sportello spesso è sostituita da una mail o al massimo da una telefonata. Anche se il contatto umano resta importante».
Com’è la fronte delle situazione in prenotazioni? città sul
«Prevediamo un buon afflusso di visitatori, ma le prenotazioni sono ancora in corso e le somme si potranno tirare solo a Festival chiuso».