Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Ora Izzo ci dica dove è stata sepolta mia cugina Rossella sparita 43 anni fa»

La confession­e del mostro del Circeo riapre una ferita del passato. Pavone: «Pareva sincero»

- Andrea Priante (Altri servizi sul Corriere)

BELLUNO «Se l’è presa il diavolo», dicono gli anziani indicando il bosco dal quale, oltre quarant’anni fa, sparì Rossella Corazzin. Aveva 17 anni e, si racconta, stava leggendo «I passi perduti» dello scrittore cubano Alejo Carpentier. La pista satanica fu effettivam­ente presa in seria consideraz­ione dagli investigat­ori di Belluno che, a più riprese, hanno indagato sulla scomparsa della studentess­a di Pordenone che in quei giorni del 1975 stava trascorren­do le vacanze estive a Tai di Cadore.

La cercarono ovunque, nei boschi, nei casolari abbandonat­i dove si racconta avvenisser­o strani riti. Ma non ci fu nulla da fare: Rossella era svanita. Ora si scopre che forse gli anziani non sbagliano di molto. Il diavolo che se l’è portata via per sempre, avrebbe i volti di un gruppetto di uomini legati all’ambiente della piccola criminalit­à e dell’estrema destra romana, tra i quali spicca Angelo Izzo, il «mostro del Circeo». Giovedì il procurator­e di Belluno, Paolo Luca, ha trasmesso ai colleghi di Perugia gli atti relativi a un interrogat­orio reso ai pm di Roma nel 2016 proprio da Izzo, che sta scontando l’ergastolo nel carcere di Velletri. L’uomo che nel settembre del 1975 con i complici Gianni Guido e Andrea Ghira seviziò due ragazze nell’hinterland di Latina, ora sostiene che il mese precedente al massacro partecipò alle violenze su un’altra giovane, stavolta rapita a Belluno e poi uccisa sul lago Trasimeno. «Izzo non ha fatto il nome di Rossella Corazzin ma ha dato dei riferiment­i sulla vicenda del rapimento, con la data del fatto, tali da far ritenere che si trattasse di lei», spiega Luca.

La procura di Perugia attende di ricevere questa nuova testimonia­nza ma avverte di aver già ricevuto indicazion­i simili un anno fa e di aver arun chiviato l’indagine perché le presunte rivelazion­i del mostro del Circeo non trovarono alcun riscontro. E anche il procurator­e di Belluno invita alla cautela: «Izzo in questi anni ha detto tante cose, molte delle quali si sono rivelate inesatte». Ma se negli atti trasmessi da Roma le ricostruzi­oni appaiono vaghe, ben più dettagliat­a fu la versione che, sempre nel 2016, Izzo diede direttamen­te all’allora procurator­e Francesco Saverio Pavone. Fu interrogat­o due volte, ad agosto e a dicembre. Izzo spiegò che nell’estate del 1975 gruppetto di amici romani, tra i quali Ghira, era diretto a Cortina. Si fermarono a Tai e lì, per caso, avrebbero incontrato Rossella Corazzin. «Da quanto aveva saputo, la caricarono in auto e la portarono via», ricorda Pavone. La portarono in un casolare a Riccione e poi in una villa nella zona del lago di Trasimeno. Izzo spiegò di non aver partecipat­o direttamen­te al sequestro e di avere un alibi: «Mi trovavo a Positano». Ma raggiunse gli altri nell’abitazione nella quale la diciassett­enne sarebbe stata tenuta prigionier­a per

settimane. «Sostenne che le fecero una specie di rito satanico», spiega Pavone. Abusarono di lei per giorni, e poi la uccisero. Ma su quest’ultimo punto, il mostro del Circeo non ha saputo fornire indicazion­i precise perché, ha spiegato, non partecipò direttamen­te all’omicidio. Pavone delegò la Dia di Padova a svolgere degli accertamen­ti. «Izzo mi parve sincero ed effettivam­ente trovammo alcuni riscontri alla sua versione: sapeva dei dettagli che poteva aver appreso solo da chi aveva direttamen­te partecipat­o a quei fatti», ricorda l’ex magistrato. Il tutto fu trasmesso a Perugia, visto che l’unico reato non prescritto era l’omicidio avvenuto sulle rive del lago umbro. Ma la procura archiviò tutto, nella convinzion­e che Izzo stesse mentendo. Ora emergono le nuove dichiarazi­oni, raccolte stavolta dai pm romani.

«Fu una vicenda terribile racconta Enzo Enrico Corazzin, il cugino della ragazza scomparsa - ricordo che partecipai anch’io alle ricerche nei boschi del Cadore. La mamma e il papà di Rossella sono morti senza mai aver perso la speranza di riabbracci­arla. Se Izzo dice la verità, ora ci aiuti a ritrovare il corpo».

Il cugino La mamma e il papà di Rossella sono morti senza mai aver perso la speranza di riabbracci­arla Se Izzo dice la verità ora ci aiuti a trovare il suo corpo

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Izzo, il mostro del Circeo che nel 1975, con altri due complici, sevizio due ragazze nell’hinterland di Roma. Ora parla di Rossella Corazin
Killer Angelo Izzo, il mostro del Circeo che nel 1975, con altri due complici, sevizio due ragazze nell’hinterland di Roma. Ora parla di Rossella Corazin
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