Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il premier visto da un collega «Ha idee e energia, vi spiego perché è l’uomo giusto»

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«Non necessaria­mente un bravo giurista può essere anche un buon premier. Fin qui, ovvio. Certamente, abbiamo avuto in passato altri giuristi che hanno ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio. Figure storicamen­te e politicame­nte molto diverse. Il collega Conte ha doti come la concretezz­a, la capacità di ascolto e un livello di competenza giuridica pragmatica che saranno fondamenta­li per svolgere bene questo ruolo». Il professor Claudio Consolo, giurista stimato a livello nazionale, per anni docente di diritto processual­e civile al Bo, ora alla Sapienza di Roma, conosce bene il premier incaricato, il collega Giuseppe Conte.

Perché a suo giudizio Conte ha le dote giuste per questo incarico?

«In un momento in cui l’economia interna ed internazio­nale è la prima protagonis­ta, da noi soffre invece per un diritto macchinoso ed antiquato ed una giustizia spesso avulsa dai bisogni socioecono­mici, talvolta divenuta parte del problema e non della sua soluzione. Un giurista concreto e fattivo, e tale è Conte, appare allora una scelta non ispirata alla tradizione del giurista notabile politico ma di significat­o preciso nel moto di cambiament­o per ritrovare benessere e serenità nel nostro Paese bello e sofferente. Sia i venti punti del programma sia il cosiddetto contratto esigono quel disboscame­nto di regole e procedure inutili, con fantasia e senso ritrovato della misura».

Lei si è avvicinato al Movimento 5 Stelle per il quale è stato candidato nel collegio Roma 1 nella sfida impossibil­e (che sapevamo tale) al duo Bonino-Pd. Era per il Movimento il collegio alto borghese tra i più difficili d’Italia. Ha conosciuto Conte in questa circostanz­a?

«Lo conosco da almeno dieci anni, sia in ambito accademico che profession­ale forense. Nel varo di libri, riviste, convegni, nonché in vari processi. Abbiamo lavorato insieme molto prima di questa circostanz­a schiettame­nte politica. E credo che Conte si sia avvicinato al movimento 5 Stelle molto prima del mio coinvolgim­ento, che è stato in presa tuttavia più diretta, proprio per sfidare alla riflession­e una certa Roma appagata e seduta e spesso fatalista. Coinvolgim­ento quale candidato nel primo collegio di Italia, e non importa se il più impervio per il cambiament­o, che avvenne sui temi proprio della giustizia e della semplifica­zione, class actions comprese, temi che anche lui - assieme beninteso a Di Maio e Bonafede - hanno reputato potessi contribuir­e ad instradare verso cambiament­i decisi, che molti più o meno consapevol­mente attendono. In campagna elettorale ci siamo consultati e visti con regolarità».

Cosa si aspetta da Conte?

«Mi aspetto, e non solo l’unico, idee, energia e un grande cambiament­o di stile nei rapporti non solo con il mondo giuridico, che ne ha molto bisogno, ma proprio con la dimensione politica che è quella che ci sta più a cuore».

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Il professor Claudio Consolo, giurista, per anni docente di diritto processual­e civile al Bo, ora insegna alla Sapienza di Roma
Giurista Il professor Claudio Consolo, giurista, per anni docente di diritto processual­e civile al Bo, ora insegna alla Sapienza di Roma

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