Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’Open Dream dell’ex Pagnossin: nasce il polo di cibo e cicloturis­mo

Nella fabbrica dismessa, un Fico trevigiano e lo snodo della mobilità verde

- di Carlo Cecino

TREVISO Una versione trevigiana del «Fico» di Bologna e un vero e proprio hub del cicloturis­mo. Da cui raggiunger­e, a pedali, il resto della Marca, Venezia e, in prospettiv­a, persino Torino. Il futuro dell’ex Pagnossin, rilevata tre anni fa dall’imprendito­re Damaso Zanardo, si chiama Open Dream e ridarà vita a una zona produttiva per anni in disuso. Il processo di recupero dell’area si fonda su due pilastri fondamenta­li che sono stati presentati al pubblico ieri. Il primo riguarda il «food market», una fiera del cibo con prodotti di qualità a filiera certa. L’altro è rendere quest’area un hub del turismo green dedicato al cicloturis­mo, un punto di snodo per i turisti che visitano il Veneto in bicicletta. Un piano illustrato durante il convegno «Il cicloturis­mo muove l’economia sostenibil­e» al quale sono intervenut­i, fra gli altri, Gianni Girotto (senatore del M5S) e Federico Caner, assessore regionale al Turismo. Il focus di questo progetto è migliorare la mobilità «lenta» della città e offrire più servizi al cicloturis­ta. Attraverso, per esempio, l’ampliament­o della rete ciclabile nella Marca e nel Veneto con lo sviluppo della mobilità lenta sul Piave; la conclusion­e della rete di percorsi ambientali lungo l’ex tratta ferroviari­a Treviso-Ostiglia e la realizzazi­one di un collegamen­to fra Venezia a Torino tramite tracciati ciclistici lungo il Po. «L’obiettivo della Regione consiste nel completare la manutenzio­ne di tutti i tratti delle piste ciclabili e di potenziare la cultura dell’ E-Bike, la bicicletta a pedalata assistita che rappresent­erà il futuro dell’offerta ciclistica nazionale», ha spiegato Caner.

Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2, e Giulia Casagrande, presidente della Rete d’Impresa «Cycling in the Venice Garden», hanno inoltre segnalato le connession­i tra cicloturis­mo, sanità, servizi e sport. Dopodiché il sindaco Giovanni Manildo ha inaugurato ufficialme­nte l’Open Food Market.

Dopo la «prima» di ieri anche oggi, all’interno del grande capannone che fu della gloriosa Pagnossin, i visitatori potranno assaggiare e acquistare prodotti alimentari di ogni genere, a partire dalla pasta per arrivare alla birra; oltre alla possibilit­à di degustare quaranta tipi di vino diversi, classifica­ti dal marchio Fivi (Federazion­e Italiana Vignaioli Indipenden­ti). Non solo prodotti tipici trevigiani e veneti, dunque, ma anche eccellenze provenient­i da varie parti d’Italia. A partire dall’anno prossimo l’Open Food (ispiratosi proprio al «Fico Eataly World») vuole trasformar­e questo vecchio edificio in un vero e proprio mercato di prodotti alimentari a Km zero, per far conoscere le eccellenze enogastron­omiche del territorio e del resto d’Italia ai turisti provenient­i dall’aeroporto di Treviso.

L’operazione Zanardo rilancia il complesso: dal 2019 anche un mercato delle eccellenze

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(Balanza) Gli stand Uno dei banchi attivi da ieri (e tutto oggi) all’ex Pagnossin

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