Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nasce il patto contro il lupo
Allevatori e agricoltori per bloccare l’espansione del predatore «Attività in crisi per gli assalti». Gli animalisti: «Reagiremo»
BELLUNO Il lupo attacca, gli agricoltori e gli allevatori rispondono. «Salvaguardia alpina» è la nuova associazione nata durante l’incontro di giovedì scorso a Trichiana organizzato da Confagricoltura Belluno. Trecento persone, tra cui molti allevatori, unite da un unico obiettivo: difendere l’allevamento di montagna dalle scorribande del lupo.
«Ci siamo alleati con “Salvaguardia rurale veneta” (associazione fondata da allevatori e agricoltori veronesi della Lessinia e poi allargata all’Altopiano di Asiago, Ndr) perché vogliamo impedire che l’economia montana vada allo sfascio — ha spiegato la portavoce Giulia Frigimelica, allevatrice di Confagricoltura Belluno — Loro hanno raccolto dati per dimostrare l’emergenza, dotandosi anche di legali che li sostengono nell’azione di tutela e ci daranno supporto. Finora ci siamo mossi in ordine sparso, senza dare voce comune a un problema che sta diventando gravissimo. Ora parleremo con una voce sola».
Molti allevatori hanno già detto che non porteranno gli animali al pascolo e che li lasceranno chiusi nelle stalle. Secondo loro la presenza del lupo avrebbe un impatto negativo sul benessere del gregge, diminuendo la produzione di latte e causando stress e aborti.
«Sembra che nel Bellunese ci siano numeri allucinanti — ha ribattuto Kelly Callegher, referente Lega antivivisezione — In realtà non ci sono così tanti lupi. Solo che è un animale sconosciuto e come tutte le cose che non si conoscono fanno paura. Ci vuole un’informazione corretta. Non è vero che aggrediscono le persone. E ammazzarli non è la soluzione. È un dato certo. Si possono usare cani da pastore oppure mettere recinti idonei. Rimaniamo contrari all’abbattimento e ci attiveremo a nostra volta».
Per gli allevatori sistemi efficaci di protezione non esistono. Così vogliono agire subito.
«Non ce l’abbiamo con il lupo, ma sta creando un grave danno a chi ha una malga — ha continuato Frigimelica, titolare della malga Framont ad Agordo — Vederlo vicino alle case fa effetto. Le abbiamo provate tutte: persone che girano di notte, recinti diversi. Non serve a nulla. Il pastore maremmano è ancora più pericoloso del lupo, va sempre tenuto sott’occhio: difende il gregge e non guarda in faccia nessuno. Da noi passano molti turisti e il cane sarebbe diffici-
le da gestire».
L’associazione spingerà sindaci, parlamentari e Regione a intervenire per far applicare all’Italia la direttiva «Habitat» dell’Unione Europea che consentirebbe l’abbattimento dei predatori nel caso in cui fossero pericolosi per la salute e problematici per le economie locali. «Non è così semplice. Il 15 maggio scorso il Parlamento europeo si è espresso sul tema dopo alcune proteste dicendo che il lupo rimane animale super protetto e non si tocca» conclude Callegher.