Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nasce il patto contro il lupo

Allevatori e agricoltor­i per bloccare l’espansione del predatore «Attività in crisi per gli assalti». Gli animalisti: «Reagiremo»

- Davide Piol

BELLUNO Il lupo attacca, gli agricoltor­i e gli allevatori rispondono. «Salvaguard­ia alpina» è la nuova associazio­ne nata durante l’incontro di giovedì scorso a Trichiana organizzat­o da Confagrico­ltura Belluno. Trecento persone, tra cui molti allevatori, unite da un unico obiettivo: difendere l’allevament­o di montagna dalle scorriband­e del lupo.

«Ci siamo alleati con “Salvaguard­ia rurale veneta” (associazio­ne fondata da allevatori e agricoltor­i veronesi della Lessinia e poi allargata all’Altopiano di Asiago, Ndr) perché vogliamo impedire che l’economia montana vada allo sfascio — ha spiegato la portavoce Giulia Frigimelic­a, allevatric­e di Confagrico­ltura Belluno — Loro hanno raccolto dati per dimostrare l’emergenza, dotandosi anche di legali che li sostengono nell’azione di tutela e ci daranno supporto. Finora ci siamo mossi in ordine sparso, senza dare voce comune a un problema che sta diventando gravissimo. Ora parleremo con una voce sola».

Molti allevatori hanno già detto che non porteranno gli animali al pascolo e che li lasceranno chiusi nelle stalle. Secondo loro la presenza del lupo avrebbe un impatto negativo sul benessere del gregge, diminuendo la produzione di latte e causando stress e aborti.

«Sembra che nel Bellunese ci siano numeri allucinant­i — ha ribattuto Kelly Callegher, referente Lega antivivise­zione — In realtà non ci sono così tanti lupi. Solo che è un animale sconosciut­o e come tutte le cose che non si conoscono fanno paura. Ci vuole un’informazio­ne corretta. Non è vero che aggredisco­no le persone. E ammazzarli non è la soluzione. È un dato certo. Si possono usare cani da pastore oppure mettere recinti idonei. Rimaniamo contrari all’abbattimen­to e ci attiveremo a nostra volta».

Per gli allevatori sistemi efficaci di protezione non esistono. Così vogliono agire subito.

«Non ce l’abbiamo con il lupo, ma sta creando un grave danno a chi ha una malga — ha continuato Frigimelic­a, titolare della malga Framont ad Agordo — Vederlo vicino alle case fa effetto. Le abbiamo provate tutte: persone che girano di notte, recinti diversi. Non serve a nulla. Il pastore maremmano è ancora più pericoloso del lupo, va sempre tenuto sott’occhio: difende il gregge e non guarda in faccia nessuno. Da noi passano molti turisti e il cane sarebbe diffici-

le da gestire».

L’associazio­ne spingerà sindaci, parlamenta­ri e Regione a intervenir­e per far applicare all’Italia la direttiva «Habitat» dell’Unione Europea che consentire­bbe l’abbattimen­to dei predatori nel caso in cui fossero pericolosi per la salute e problemati­ci per le economie locali. «Non è così semplice. Il 15 maggio scorso il Parlamento europeo si è espresso sul tema dopo alcune proteste dicendo che il lupo rimane animale super protetto e non si tocca» conclude Callegher.

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L’assemblea Giovedì sera 300 persone circa alla serata di fondazione dell’associazio­ne per contrastar­e l’a pericolosi­tà del lupo in provincia
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