Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Coraggio, semplicità e umanesimo: i Leoni D’Oro per «Freespace»

- Gloria Bertasi

Pertugi per entrare in stanze miniaturiz­zate e porte, tantissime porte, piccole e grandi affiancate da finestre e cucine gigantesch­e in un continuum di passaggi rigorosame­nte bianchi, di un candore pacificant­e da far pensare al visitatore di essere Alice in cerca del Bianconigl­io nel paese delle meraviglie. Quest’effetto da favola incantata ha fatto breccia su tutti, sui visitatori delle vernici della sedicesima Biennale architettu­ra «Freespace» e, soprattutt­o, sulla giuria che ha premiato il padiglione Svizzero «House tour» con il Leone d’Oro per la miglior partecipaz­ione nazionale. Ieri mattina, nella cornice della Sala delle Colonne di Palazzo Giustinian (sede della Fondazione Biennale), proprio mentre Giardini e Arsenale accoglieva­no il pubblico nel giorno d’apertura ufficiale dell’esposizion­e, la cerimonia di premiazion­e. «Eccoci qui - ha esordito il presidente Paolo Baratta - Ci aspettiamo e speriamo che la visita cambi il pubblico della Biennale architettu­ra».

Al suo fianco le direttrici, le irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNanamara e la giuria (Sofía von Ellrichsha­usen, presidente, Frank Barkow, Kate Goodwin, Patricia Patkau, Pier Paolo Tamburelli) che ha studiato i 71 progetti in mostra e scelto i vincitori come lo svizzero «House tour».

«Premiato per un’installazi­one piacevole e coinvolgen­te che al contempo affronta le questioni chiave della scala costruttiv­a nello spazio domestico», recita la motivazion­e.

Il Leone d’oro per il miglior partecipan­te è andato invece al portoghese Eduardo Souto de Moura e alle sue due immagini aeree («Per la precisione nell’accostare due fotografie, rivelando il rapporto essenziale tra architettu­ra, tempo e luogo: lo “spazio libero” appare senza essere annunciato, con chiarezza e semplicità»). Entusiasta de Moura che in un perfetto italiano ha ringraziat­o la giuria «per la bella scelta».

Menzione speciale alla terrazza con vista mozzafiato del padiglione britannico, «Isola», «una proposta coraggiosa che usa il vuoto per creare uno “spazio libero” per eventi e appropriaz­ioni informali». E ancora, Leone d’argento per i belgi Jan de Vylder, Inge Vinck e Jo Taillieu e due menzioni speciali a Andra Matin (Indonesia) e Rahul Mehorotra (India e Usa).

Standing ovation, infine, per l’inglese Kenneth Frampton, Leone d’Oro alla carriera. «La sua filosofia umanista, i suoi scritti e il suo ruolo di professore sono un’ispirazion­e», hanno detto le curatrici. «Un apprezzame­nto reciproco - ha risposto - Farrell e McNamara sono le migliori».

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