Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Francesca e Luisa al top nella ricerca sul cancro
PADOVA Una prende l’aereo da Los Angeles, dove sta facendo ricerca alla University of Southern California. L’altra da Roma, dove ha appena accettato l’offerta di lavoro del Policlinico Gemelli. Entrambe vanno nello stesso posto, cioè Chicago, Stati Uniti, dove domani, 1 giugno, portano un pezzo di Veneto dentro il meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology, il più importante meeting scientifico mondiale sulla lotta al tumore. Ad attendere lì nella Città del Vento Francesca Battaglin, 33 anni, padovana di Abano, e Luisa Carbognin, 34 anni, veronese di Albaro, frazione di Ronco all’Adige, c’è il «Merit Award», il riconoscimento che l’Asco assegna ogni anno ai migliori oncologi del mondo. In tutto 70 premiati, sette italiani e, venete, loro, Battaglin, con la sua ricerca sui tumori gastrointestinali, e Carbognin, con il suo studio sul tumore al seno e in particolare il carcinoma lobulare. Una ricerca nasce all’Istituto Oncologico Veneto (Iov) di Padova, l’altra all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.
Proprio lì, laureandosi in Medicina nel 2010 con tesi in oncologia medica (stesso ambito della specializzazione, 2016) è iniziato il percorso di Carbognin, maturità al liceo scientifico Messedaglia, tanto della propria vita sacrificato («ma volentieri») per la scienza. «L’Asco ha voluto riconoscere il valore di uno studio che dura da quattro anni», racconta Luisa, ora a Roma ma dottoranda all’ateneo scaligero, percorso su Infiammazione, immunità e cancro:
Asco Premiamo ogni anno i migliori giovani oncologi del mondo
«Lo studio si è concentrato su un tipo specifico di tumore alla mammella, il carcinoma lobulare, meno frequente ma particolarmente aggressivo. Sono state utilizzate tecnologie molto sofisticate che analizzano in parallelo centinaia di frammenti di dna. E i risultati sono importanti». I risultati li ricorda il professor Giampaolo Tortora, direttore dell’oncologia dell’azienda ospedaliera veronese, di cui Carbognin è allieva, lui che sarà a Chicago con lei: «Emerge
che le pazienti affette da carcinoma lobulare hanno caratteristiche alterazioni del dna tra cui spicca l’alterazione di un gruppo di proteine coinvolte nel ciclo delle cellule tumorali, le chinasi ciclino-dipendenti. Da un lato la scoperta spiega il comportamento aggressivo della malattia permettendo diagnosi più precise e dall’altro apre spiragli per la terapia perché disponiamo di nuovissimi farmaci contro questo tipo di alterazioni».
A Chicago, allora, la veronese Carbognin conoscerà la padovana Battaglin. Lei ch’è partita dal liceo scientifico Nievo, in città, poi la laurea in medicina e chirurgia nel 2009 (summa cum laude e menzione d’eccellenza, tesi sulla terapia del mieloma multiplo) e la specializzazione in oncologia medica nel 2015. Specialista in tumori gastrointestinali alla U.o.c. di Oncologia Medica 1 dello Iov (diretta da Vittorina Zagone), di Battaglin l’Asco riconoscerà «lo studio di polimorfismi dei geni appartenenti alla via del segnale intracellulare per la regolazione dei ritmi circadiani (clock genes), la cui alterazione è implicata nei meccanismi di sviluppo tumorale». In sostanza, Battaglin è riuscita a «identificare una variante genetica nel gene Clock associata a una ridotta risposta al trattamento chemioterapico di prima linea in pazienti affetti da tumore del colon metastatico». Come spiega lei - che sta svolgendo ora ricerca al laboratorio di Heinz-Josef Lenz, Norris Comprehensive Cancer Center, a L.A.), è «un ulteriore passo per meglio comprendere la risposta e la resistenza tumorale alle terapie oncologiche attualmente disponibili». Senza dimenticare il passo che la chiamata dell’Asco, a Chicago, rappresenta per Luisa e Francesca.