Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Consegnati ai sindaci cinquanta edifici e terreni confiscati alla Mala: «Altri duecento in arrivo»

Sono beni di quattro province che dovranno essere impiegati per finalità sociali

- Giacomo Costa

VENEZIA In totale, per questa prima tornata, sono rientrati sotto il controllo delle pubbliche amministra­zioni proprietà per tre milioni e mezzo di euro ma è solo l’inizio. Se ieri mattina, nel corso di una conferenza di servizi, l’agenzia nazionale per l’amministra­zione e la destinazio­ne dei beni confiscati e sequestrat­i (Anbsc) ha ridistribu­ito ai Comuni del Veneto ben 46 immobili e terreni, altri duecento aspettano solo che le procedure di sequestro arrivino a termine, e altrettant­i sono quelli ancora da inserire nel registro nazionale informatiz­zato, lo strumento che sta assicurand­o alle prefetture una decisa accelerazi­one nell’assegnazio­ne dei beni. «Quattro anni fa riuscivamo a restituire una media di 400 strutture o appezzamen­ti ogni dodici mesi, nel 2017 abbiamo superato i duemila» ha ricordato il direttore dell’agenzia, Ennio Mario Sodano.

Per legge appartamen­ti, campi, ville, magazzini o strutture sequestrat­e alla criminalit­à organizzat­a non possono essere sempliceme­nte svenduti, devono venire riconverti­ti con finalità sociali o istituzion­ali; ecco dunque che poter preparare per tempo un bando che riunisca possibili associazio­ni del territorio, o ancora un progetto di riqualific­azione che coinvolga realtà impegnate nel sociale, snellisce enormement­e i tempi di recupero. I beni che ieri sono stati riassegnat­i erano divisi tra le provincie di Venezia, Verona, Vicenza e Treviso: cinque nel territorio lagunare, a Camponogar­a; quattro nella Marca, di cui tre a Paese e uno a Vedelago; ben 21 tra i Comuni scaligeri: due a Gazzo Veronese, tre a Peschiera del Garda, otto a San Giovanni Ilarione, quattro a Progno, altrettant­i proprio nel capoluogo; 16, infine, nel Vicentino: sei ad Arzignano, due a Bassano del Grappa, uno a Cassola, due a Cornedo, uno a Montebello e quattro a Valdagno. E se nei prossimi mesi si tornerà a parlare delle ville di Felice Maniero, visto che un’altra delle sue proprietà entrerà nelle disponibil­ità dell’agenzia, questa volta a interpreta­re il ruolo di «gioiello della corona» ci ha pensato l’appartamen­to di un usuraio veronese: quasi duecento metri quadri, per un valore stimato di 320 mila euro, una residenza di pregio che da sola valeva quasi un decimo del patrimonio portato ieri sul tavolo. In provincia di Vicenza, sempre per reati legati all’usura, i sequestri sono spesso riconducib­ili alla criminalit­à straniera, cinese o indiana; se alla prima appartenev­a un buon numero di box e garage, la seconda poteva contare su una decina di immobili, per un valore totale che sfiora i 250 mila euro.

Particolar­e, infine, la confisca che ha riguardato Camponogar­a, entro i confini veneziani: tre «soggetti pericolosi» si sono visti sottrarre due appartamen­ti, due magazzini e una rimessa. «Recuperare queste proprietà non è solo una forma di risarcimen­to per la collettivi­tà – ha ricordato Sodano in chiusura – è anche una pratica con un valore pedagogico, che dimostra come la legalità paghi».

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