Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Strage di Rolle, il Dna di Papa sul corpo di Anna
Tracce sotto le unghie incastrano l’uomo in cella per il massacro
CISON DI VALMARINO C’è il suo Dna sotto le unghie di Anna Maria Niola. Ecco la prova che inchioda Sergio Papa, il 36enne di Refrontolo accusato di aver barbaramente ucciso la 67enne e il marito Loris Nicolasi all’alba del primo marzo scorso nella loro casa di Rolle. Una prova che rischia di demolire la linea difensiva dell’indagato, accusato di duplice omicidio volontario, puntellando ulteriormente il quadro accusatorio costruito dai carabinieri del nucleo investigativo di Treviso, coordinati dal sostituto procuratore Davide Romanelli. Intanto anche il movente del furto degenerato trova conferma: dalla casa di via Marzolle, dissequestrata pochi giorni fa, mancano alcuni gioielli di Anna Maria insieme a un coltello da cucina e a una roncola.
La prova scientifica
In criminologia, il Dna viene definito la «prova regina» perché corrisponde alla «firma» dell’assassino. Firma che, dalle indiscrezioni trapelate sui risultati del lavoro del Ris di Parma, Sergio Papa avrebbe lasciato sul corpo di Anna Maria. Sotto le unghie della mano sinistra, infatti, c’era quel materiale biologico che gli esami scientifici hanno rivelato essere del 36enne. Una prova ineluttabile che, il giorno del delitto, Papa ha avuto una colluttazione con Anna Maria. Cosa che l’uomo, in carcere dal 10 marzo scorso, aveva smentito durante il primo l’interrogatorio davanti al gip Gianluigi Zulian, dichiarando di aver litigato il giorno precedente con Loris Nicolosi, che lo aveva sorpreso nella sua proprietà. Una versione che ora, però, non regge più, perché il Dna che non è stato trovato sotto le unghie del 72enne, ma sotto quelle della moglie. A corroborare la ricostruzione degli inquirenti c’è anche il tentativo, maldestro, di bruciare i corpi delle vittime, interrotto da un contadino che, dal suo campo, si era avvicinato alla proprietà. Lo stesso contadino che, dopo il delitto, dirà ai carabinieri: «Ho visto un uomo fuggire».
Il movente