Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ideal Standard, calo di produzione Paura su occupazion­e e stipendi

Trichiana, tese assemblee dei 600 lavoratori. Giovedì prossimo vertice al ministero

- Marco de’ Francesco

TRICHIANA Si terrà domani l’atteso incontro tra «Ideal Standard», la multinazio­nale belga di sanitari e rubinetter­ie proprietar­ia dell’ex «Ceramica Dolomite» a Trichiana con 600 dipendenti, e i rappresent­anti dei lavoratori. Le parti sono in trattativa continua e segreta. Ieri però si sono tenute le assemblee dei lavoratori e la situazione sembra, secondo alcuni, volgere al peggio. Sarebbe prevista, per il prossimo anno, una riduzione dei volumi produttivi che potrebbe comportare uno sfoltiment­o del personale. Altre fonti preferisco­no parlare di recuperi di produttivi­tà, ma non è chiaro come si potrebbero realizzare.

La questione è complessa. A fine aprile si era tenuto a Roma, al Mise (ministero dello Sviluppo economico), un vertice dedicato all’azienda. I sindacati si attendevan­o che «Ideal Standard» presentass­e un piano industrial­e, ma ciò non era avvenuto.

Anche l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, la prese male. «Completati gli investimen­ti da 9 milioni di euro, finanziati per due terzi dal sacrificio in busta-paga chiesto ai lavoratori, ci saremmo aspettati l’illustrazi­one di un piano».

Anche l’accordo-quadro tra le parti, quello 2015-2017, è scaduto, ma è prevista una trattenuta salariale ai lavoratori, per favorire la competitiv­ità dell’azienda, fino al 2020. Dopo l’incontro romano, le parti hanno incomincia­to a parlare.

Il mese che termina oggi è stato caratteriz­zato da un ciclo di trattative a livello territoria­le in vista del prossimo incontro al Mise, il prossimo 7 giugno, quando l’azienda dovrebbe essere in grado di presentare finalmente un piano industrial­e con un orizzonte temporale di medio periodo. La parola «esuberi», benché mai ufficialme­nte pronunciat­a in trattativa, è nel lessico dei lavoratori dello stabilimen­to, almeno da qualche mese: gli stessi sindacati hanno parlato di una possibile riduzione del personale, di 30-40 unità.

Ora la questione sembra complicars­i. In caso di riduzione dei volumi, l’azienda potrebbe puntare su un nuovo equilibrio tra produzione e personale.

Anche la sorte dei lavoratori a tempo determinat­o non è chiara. Si tratta di 26 giovani dipendenti. I sindacati sono per il rinnovo di una parte del personale: l’idea è che l’azienda apra il portafogli­o per trovare i soldi per lo «scivolo», a disposizio­ne dei lavoratori vicini alla pensione. Una mossa simile potrebbe essere utile per mantenere in azienda i giovani precari. Ma per ora, a quanto dicono i sindacati, l’azienda (oltre 700 milioni di ricavi e di proprietà di due fondi d’investimen­to, uno americano e l’altro australian­o) ha fatto spallucce.

Le voci Si parla di circa 40 esuberi E adesso è a rischio la conferma dei precari

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L’ex «Ceramica Dolomite» Lo stabilimen­to storico dove si producono sanitari e rubinetter­ie

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