Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autostar punta ai 500 milioni di ricavi nel 2020 Bonutto: «Nuove sedi in Veneto entro fine anno»
VENEZIA Non è solo una questione del comparto che ha rialzato la testa, sull’onda della ripresa dell’economia: alla base dei buoni risultati del Gruppo Autostar di Tavagnacco (Udine), ci sono alcune mosse anticicliche, realizzate in tempi di vacche magre. La crisi è stata la molla per una generale crescita dimensionale; e ora che le acque si sono calmate, si raccolgono i frutti. Nel 2017 i ricavi si sono attestati a a 261 milioni di euro (+ 17,5% sul 2016) con oltre 10mila macchine vendute (Bmw, Mercedes, Smart, Mini) di cui 5.200 in Friuli Venezia-Giulia. Quanto all’ebitda, ha fatto registrare 9 milioni di euro (+27,4%); l’utile netto è stato pari a 5 milioni, +50%.
«Già nel 2008 – afferma il presidente Arrigo Bonutto – molte aziende storiche del comparto si sono arenate. Non erano abituate al controllo di gestione, né erano managerializzate; erano andate avanti per anni senza pianificazione. Quando i margini si sono ristretti, sono iniziati i guai. Guai seri». Sempre secondo Bonutto, «la vicenda si è aggravata con il credit crunch e le regole europee. Noi, invece, non abbiamo mai avuto problemi, perché siamo stati molto attenti al rispetto dei parametri; anzi, le banche ci cercavano per finanziarci. E avevamo capito che la dimensione stava diventando importante: i piccoli non riuscivano più a gestire l’attività. Di qui, la nostra teoria di acquisizioni, proprio nel momento in cui altri vendevano o chiudevano».
L’altra mossa con esito positivo è stata l’innovazione. «Oggi la tecnologia conta tantissimo – continua Bonutto -: siamo stati i primi, nel nostro contesto, a disporre di un particolare Crm (software di gestione delle relazioni con i clienti, ndr). Sarebbe complicato amministrare la mole di informazioni senza strumenti simili. E poi, il nostro è un mondo che si apre al car-sharing, alle auto che parlano con il cliente, a quelle con il motore elettrico». E dunque? «Per esempio – afferma Bonutto – stiamo realizzando un progetto pilota: non più venditori, ma esperti di customer care che seguono per qualsiasi esigenza (e fidelizzano) il cliente. Oggi non vendi più il solo prodotto, ma questo insieme a un servizio. Sempre quanto a innovazione, abbiamo una piattaforma web grazie alla quale facciamo il 35% delle vendite, in Italia e in Europa».
L’azienda ha 10 filiali (di cui due in Veneto), e 340 dipendenti. Prevede nel 2018 di raggiungere 300 milioni di fatturato; e 500 milioni nel 2020. «Entro fine anno – termina Bonutto – ci espanderemo in Veneto, con nuove sedi e nuovi dipendenti. Ne parleremo tra qualche mese».