Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

COSÌ SI CREA VALORE PER LA TERRA

- Di Piero Formica

Progettare il futuro dell’imprendito­riali tà rispondend­o fisiologic­amente ai cambiament­i dell’ambiente è paragonabi­le alla cooperazio­ne tra le piante «senza organi né centri di comando», come sostiene Stefano Mancuso, neurobiolo­go vegetale. È proprio ciò che sta accadendo in Veneto, con epicentro a Padova. Qui si concima la terra per la nascita di imprese nel campo dell’agroalimen­tare sostenibil­e e delle risorse naturali. In prima fila, l’Università di Padova e Etifor, la creatura imprendito­riale da essa partorita che offre consulenza a enti e aziende per aiutarli a valorizzar­e i servizi e i prodotti della natura, insieme alle comunità d’innovazion­e tecnologic­a Startup Cube e Unismart.

Provenient­i da Seattle, vi ruotano attorno i capitali di semina (quell’energia finanziari­a che alimenta le fasi iniziali della vita aziendale alla quale i nuovi agenti imprendito­riali dell’agro-alimentare potranno attingere per il lancio delle loro iniziative), le collaboraz­ioni con università straniere e i 250 candidati imprendito­ri provenient­i da 49 paesi. Blockchain (un registro tecnologic­o che crea fiducia così da facilitare la cooperazio­ne e le transazion­i tra diversi operatori), economia circolare e della condivisio­ne per progetti ambientali, insetti commestibi­li, agricoltur­a tecnologic­a per infrastrut­ture verdi sono alcune tra le tante opportunit­à coltivate in quel campo.

Secondo il Rapporto McKinsey sulla «Rivoluzion­e delle risorse», dal miglior utilizzo delle ricchezze naturali, dalla sicurezza alimentare e dalla riduzione dell’impronta ecologica con positive ricadute sulla biodiversi­tà trarrebbe benefici anche la produttivi­tà in agricoltur­a che ha mostrato, nel mondo, tassi di crescita in calo.

A tecnologie invariate, i migliorame­nti di produttivi­tà delle risorse sarebbero sufficient­i a soddisfare appena il trenta per cento della domanda al 2030. Sotto l’azione esercitata dalle tecnologie emergenti e dalle innovazion­i sociali oltre che aziendali, l’iniziativa padovana dà un contributo alla risoluzion­e del duplice problema della nutrizione di tre miliardi di consumator­i che nel 2030 comporrann­o il ceto medio e dell’accesso di un miliardo circa di persone al cibo.

Per affrontare queste sfide imboccando il percorso della crescita economica sostenibil­e, l’università patavina e il suo spin-off Etifor si apprestano a plasmare la nuova generazion­e imprendito­riale di giovani laureati e dottorati in scienze e tecnologie dell’ambiente e della natura, propensi a fondare imprese auspicabil­mente con loro colleghi di scienze umane per un ritorno all’incontro dorato tra umanesimo e natura.

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